Casa di riposo, la nona vittima: ma crescono gli istituti "illesi"

Era una signora di 83 anni. Test sierologici: negativi i primi risultati sul Valdarno e sulla Valtiberina. Bucine, dopo l’ennesima tragedia, aspetta il dato sui degenti

Il Covid-19 entra nelle Rsa

Il Covid-19 entra nelle Rsa

Arezzo, 10 aprile 2020 - Un altro letto è rimasto orfano della sua anziana. Un altro letto di quel piano zero della Rsa di Bucine, alla cui porta la morte bussa ancora. In realtà l’ultima vittima di questa strage lancinante da quel letto era stata portata via da qualche giorno. Le sue condizioni erano peggiorate, erano subentrati quei problemi respiratori che solo in un reparto ad alta intensità di cura come il San Donato possono essere affrontati.

E in effetti ha resistito, aiutata dalle cure e soprattutto dal sostegno respiratorio. Ma alla fine ha ceduto. Una signora di 83 anni, anche lei tradita da quel virus maledetto. Lo stesso che già aveva prima minato e poi ucciso altri otto compagni di reparto. Nove morti, qualcosa di impressionante nel clima protetto di una casa di riposo negli anni punto di riferimento non solo per il Valdarno ma anche oltre, dalla provincia di Arezzo a quella di Firenze.

La ferita delle Rsa: nel quadro generale del dramma Covid resta l’elemento più lacerante. E lo confermano i numeri: oltre 40 contagiati, tra degenti e personale, a Bucine. Altri fra 33 e 35 in quella di Montevarchi. E la grande paura di Badia Tedalda, che per un paio di giorni ha temuto un effetto a pioggia anche sulla sua piccola struttura, bloccato appena in tempo grazie alla separazione assoluta dei letti ancora prima che venissero analizzati i risultati dei tamponi.

E altri piccoli fronti, anche quelli tenuti sotto controllo: come Castelfranco, un solo contagiato nel personale, tra l’altro un dipendente part-time. Ma ora la terapia d’urto in pochi giorni dovrebbe produrre almeno le risposte definitive. Quelle del test sierologico.

Se è partito ieri in ospedale e nelle varie branche della sanità,è in via di completamento in tutti gli istituti, sia quelli per anziani, le Rsa, che in quelli per disabili. Il test è definito veloce dallo stesso direttore generale della Asl ma al momento ancora fatica a produrre i risultati attesi con ansia, in particolare dalle famiglie dei dipendenti e degli ospiti. A Bucine le informazioni in nostro possesso continuano a indicare risultati promettenti sul personale.

Ma al momento non si va oltre: e soprattutto manca il dato sui degenti. Sono quelli risultati negativi alla prova del tampone, cioè tutti quelli del primo e del secondo piano meno due, trasferiti al piano terra. Ormai dovrebbe essere solo una questione di ore. Intorno si allarga il quadro delle realtà sostanzialmente risultate indenni al coronavirus.

Ma attenzione: sono, ci confermano dalla Asl, sempre i risultati dei tamponi a tappeto partiti quando la Regione aveva deciso di rompere gli indugi e andare oltre i protocolli che avevano guidato le scelte in una prima fase. Non ancora i risultati dei test sierologici. La differenza? Il tampone verifica la presenza del Covid nelle vie respiratorie. Il siero certifica se l’organismo abbia prodotto degli anticorpi: e quindi se sia entrato in qualche modo a contatto con il virus.

Tamponi alla mano le prime realtà estranee per ora al Covid dovrebbero essere Cerromondo di Poppi, Anghiari, Badia Tedalda (ovviamente escludendo i due casi che erano risultati positivi in prima battuta, un’anziana e una dipendente), Sestino, Piandiscò, la Rsa Belvedere di Cavriglia, la Masaccio di San Giovanni, la casa di riposo di Subbiano.

Da Arezzo, conferma D’Urso, dati per ora solo negativi, Sul siero per ora solo le prime indicazioni sui dati che stanno affluendo: e al momento sia dal Valdarno che dalla Valtiberina stanno arrivando esiti confortanti. Test che continueranno ad essere ripetuti nelle prossime settimane. Fino alla festa finale.