Bernini: "Bene la morsa economica Ma rischiano anche le nostre aziende"

Il presidente di Confindustria monitora l’evoluzione del conflitto e la ricaduta sul settore produttivo "I primi effetti sulla filiera della pasta per il grano". Energia? "Basterebbe applicare gli strumenti esistenti"

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di Pino Di Blasio

A dispetto delle critiche e delle tante accuse ricevute, l’Unione Europea sta dimostrando di essere veramente coesa nelle sue posizioni contro Putin e la guerra in Ucraina. Non me l’aspettavo si rivelasse così decisa e, forse, determinante". Fabrizio Bernini, presidente di Confindustria Toscana Sud, è convinto che le sanzioni economiche e finanziarie, decise da Europa e Stati Uniti, abbiano già avuto effetti cruciali.

"Putin avrebbe dovuto essere più cauto - nota il presidente degli industriali - era convinto che sarebbe stata una guerra lampo, avrebbe ribaltato il governo Zelensky e dato vita a un esecutivo fantoccio. Ma il blitz gli sta sfuggendo di mano. E se si riuscisse a stringere un accordo per il ’cessate il fuoco’, sarebbe un’ulteriore prova del fatto che l’economia è più forte delle bombe".

Guardando i notiziari e le ultime notizie dal fronte, non sembra che il vaticinio di Bernini si possa verificare in fretta. "Non do per scontato - è la replica - che i negoziati abbiano successo.

Ma non si può non rimarcare che, in soli due giorni di sanzioni annunciate o minacciate, i colossi russi abbiano perso quasi il 60% del loro valore. La Borsa di Mosca e le banche sono chiuse, sarà difficile gestire una situazione del genere per tanto tempo. In due settimane non resterebbe nulla.

Le intenzioni di Usa e Ue sono di inasprire le sanzioni, di escludere le banche dal circuito Swift. Mi auguro che ci sia un accordo veloce, le guerre tradizionali non hanno senso".

La fila lunga 60 km di carrarmati russi in Ucraina, le bombe sul memoriale della Shoah e sulla torre tv a Kiev, preoccupano il presidente Bernini, assieme alle prime conseguenze per le aziende della Toscana sud.

"Le imprese della filiera della pasta hanno tanti problemi per il grano, il costo dell’energia sta diventando sempre più pesante. Il rischio è che andando avanti a lungo le conseguenze delle sanzioni si rovescino anche sulle nostre aziende".

Un altro fronte critico è quello dell’energia: dai rincari pesanti alle misure annunciate da Draghi.

"Il Governo mi è sembrato deciso sull’accelerazione per le rinnovabili, lavorando sulle semplificazioni. Ci sono domande per impianti eolici che aspettano di essere esaminate dal 2017. La gravità della situazione fa emergere anche le assurdità delle troppe sindrome Nimby sui progetti infrastrutturali. Le comunità energetiche - ribadisce Bernini - diventano leve importanti per far decollare l’impegno delle rinnovabili.

Se un Comune volesse, potrebbe coprire i tetti di tutti gli uffici pubblici con pannelli fotovoltaici e cedere l’energia prodotta grazie alle nuove batterie. Riducendo del 40% il costo dell’energia. Gli strumenti ci sono, bisogna attivarli".