Il giallo delle vernici copri-ruggine. Spuntano due relazioni contrapposte

Il teste: «Conta solo quella firmata». Ma è stata depositata l’altra

 Tiziano Nicoletti

Tiziano Nicoletti

Viareggio, 26 febbraio 2015 - E’ SCOPPIATO il giallo delle vernici copri ruggine in Tribunale al processo per la strage di Viareggio. Quante mani di vernice vennero apposte sull’assile che nella notte del 29 giugno 2009, rompendosi, dette origine al deragliamento? Gabriele Rossetti è un responsabile del laboratorio di ricerche Csi di Bollate cui i periti nominati dal Gip per l’incidente probatorio Dario Vangi e Riccardo Licciardello si rivolsero per avere un rapporto sulle vernici che erano state applicate dopo che l’asse venne revisionato – pochi mesi prima dell’incidente – nell’officina tedesca Jungenthal.

Le discrepanze del teste sono state sottolineate dagli avvocati di parte civile Gabriele Dalle Luche, Tiziano Nicoletti e Maurizio Dalla Casa, ma anche dall’avvocato Angelo Giarda dell’officina Cima Riparazioni. L’incongruenza è presto detta: il laboratorio Csi di Bollate consegnò all’ispettore della Polfer Paolo Cremonesi una relazione firmata da Gabriele Rossetti. In tale relazione si evidenziava che erano state riscontrate due mani di vernice apposte sull’assile, una di colore blu e la seconda di colore nero. Secondo la Procura che aveva in mano tale relazione i risultati confermavano che tali vernici servivano solo a coprire la ruggine dell’asse e che la revisione in realtà non venne fatta o venne fatta in maniera non ortodossa. Per completare una revisione corretta, infatti, come più volte testimoniato durante il processo, occorre riportare a nudo l’asse, sabbiarlo e quindi effettuare gli esami. Dopo viene passata una mano di vernice. Se ce n’erano due di colori diversi, significava che la sabbiatura non era stata fatta e che quindi l’esame non era stato fatto correttamente.

E il giallo dove sta? Sta nel fatto che poco più di un mese dopo questa relazione, compare una seconda relazione, in cui si dice che era stata data soltanto una mano di vernice. Gabriele Rossetti, messo alle strette con una serie di domande, ha confermato era stata fatta una seconda relazione. Gli avvocati Pedonese e Dalla Casa hanno a lungo insistito chiedendo il perché di tale cambiamento e chi ne era stata la fonte. «Non lo so – ha detto Rossetti – non me lo ricordo, ma probabilmente se ho avuto uno scambio di e-mail con i periti del Gip, sono stati loro a chiedermi di fare un’ulteriore verifica». L’avvocato Giarda ha calato il carico finale: «Nello scambio di e-mail, Rossetti avverte i periti che avrebbe allegato le firme dei colleghi in un secondo momento». Firme che non sono mai state apposte a quel documento-bozza. Rossetti specifica poi un’altra cosa. «La relazione buona – ha ripeto più di una volta – è quella firmata, vale a dire la prima. La seconda è soltanto una bozza».

Peccato però che è proprio la bozza quella che è entrata nell’incidente probatorio, inserita negli atti ufficiali dei periti del Gip Vangi e Licciardello.

Paolo Di Grazia