La chiusura del bar Tandem. "Mi viene voglia di andare via dall’Italia"

Lo sfogo di Alessandro Nencini dopo il duro provvedimento della Questura

Il bar Tandem a Lido di Camaiore (Umicini)

Il bar Tandem a Lido di Camaiore (Umicini)

Viareggio, 22 agosto 2014 - AMAREGGIATO e sfiduciato, punto di pensare che è meglio «andare via dall’Italia per poter lavorare senza troppi legacci». Di fronte al provvedimento di chiusura del locale di cui è titolare dal 22 aprile dello scorso anno — il bar Tandem a Lido di Camaiore, all’incrocio fra via Catalani e viale Colombo —, il giovane titolare Alessandro Nencini (ex giocatore del Viareggio e di altre società dilettantistiche della zona) allarga le braccia: «Verrebbe voglia di andare via, in un altro paese dove chi ha voglia di lavorare e di rischiare non si trova i bastoni fra le gambe. Quanto è accaduto non è certo il modo per invogliare un giovane che abbia voglia di lavorare a rimanere nel nostro paese».

Questo provvedimento è choccante

«Certamente: non me lo aspettavo. Ieri mattina il commissariato ci ha notificato l’ordinanza di chiusura di una settimana per motivi di ordine pubblico come se all’interno del locale fosse accaduto qualcosa di grave. Niente di niente».

Allora qual è la «vostra» colpa?

«Quella di lavorare e di avere una clientela in aumento: giovani e giovanissimi che ci seguono. Ma dal giorno dell’apertura fino ad oggi nel Tandem non ci sono stati risse né altri episodi che possono avere creato problemi a polizia e carabinieri».

Ma al traffico sì

«Abbiamo anche messo personale per tenere a distanza dalla strada i nostri clienti: di più non potevamo fare. Così troppa gente davanti al locale e nelle strade adiacenti è diventato un motivo di ordine pubblico».

Però un provvedimento del genere in pieno agosto è una mazzata tremenda?

«Proprio così: tra l’altro è perfettamente inutile pensare ad un ricorso. Dovremo stare chiusi per forza per sette giorni, sperando che il tempo passi in fretta».

L’appuntamento è alla prossima settimana

«Alla mezzanotte e un minuto di giovedì 28 potremo riaprire... Sono convinto che i clienti affezionati saranno presenti».

L’ultimo pensiero di questa storia

«L’Italia non è un paese per i giovani. No, non si tratta di una frase fatta ma se un ragazzo come me, di 24 anni, mette in piedi un’impresa, che piano piano cresce, comincia a guadagnare. Zac, arriva la mannaia e bisogna fermarsi proprio nel momento più bello ed economicamente interessante della stagione estiva».

Insomma, viene voglia di piantare buracca e burattini

«Proprio così, ci sto pensando seriamente».