I genitori, i bambini e lo sport: progetto al Gispi

Ciclo di incontri e uno sportello d'ascolto con due psicologhe

Baby rugbisti in campo

Baby rugbisti in campo

Prato, 29 settembre 2014 - Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di lavoro di rete in ambito educativo con l’obiettivo di promuovere una maggiore collaborazione fra scuola, famiglia e società. Lo sport è da sempre considerato uno strumento efficace al fine di creare personalità forti e sane e di conseguenza una società di valore. Purtroppo oggi non sempre i modelli sportivi risultano essere educativi, anzi, non fanno che riproporre “in piccolo” dinamiche controproducenti soprattutto nella delicata fase della crescita. Per questo motivo è necessario offrire un modello alternativo ai ragazzi per creare in loro una coscienza critica favorendo inoltre un punto di incontro tra genitori e mondo dello sport. Partendo da questo presupposto nasce il progetto "Basta poco per credere nella mischia" promosso con la società sportiva Gispi Rugby Prato. Il progetto si rivolge a genitori di bambini tra i 3 e i 14 anni che giocano a rugby e agli educatori della società sportiva. Lo scopo è quello di mettere genitori e educatori nella condizione di riconoscere le potenzialità e le peculiarità dei ragazzi imparando ad individuare le sfide e i bisogni che caratterizzano le fasi del loro ciclo di vita.

Elemento imprescindibile in questo processo è prima il riconoscimento e poi il rispetto dei reciproci ruoli per delineare chiari modelli educativi e contribuire in modo efficace, con un sano agonismo, alla crescita dei ragazzi. Per questo motivo vorremo invitare tutti i genitori a soffermarsi su alcune tematiche fondamentali come: non interferire con le scelte sportive degli educatori, guidare i ragazzi verso l’autonomia, rispettare gli orari delle attività, sostenere e incoraggiare durante le partite tutta la squadra. La sfida che proponiamo è quella di fare un “gioco di squadra” non soltanto in campo ma anche nella vita di tutti i giorni. L’iniziativa partirà a metà ottobre con un ciclo di tre incontri e con l’apertura di uno sportello d’ascolto all’interno delle strutture sportive e si concluderà a maggio con un evento finale che vedrà coinvolti i ragazzi, le rispettive famiglie e gli educatori.

Maria Giulia Meoni e Elena Tasselli (psicologhe)