Maltempo, famiglia sfollata in parrocchia: "Un terrore indimenticabile"

La casa nelle campagne di Stabbia resa inagibile dalla bufera: "In cinque minuti svaniti i sacrifici di anni" / MALTEMPO, ROSSI FA UNA PRIMA STIMA: "SETTANTA MILIONI DI EURO DI DANNI AI PRIVATI" / STABBIA: DANNI INGENTI / VIDEO

(Germogli)

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Empoli, 21 settembre 2014 - «UN MOMENTO prima mi stavo preparando qualcosa da mangiare, un attimo dopo mi sono ritrovata con la casa scoperchiata e i mobili che volavano in aria». Un racconto da brividi quello di Vanessa Zanchi, con la madre Rosanna, il padre Antonino, il fratello Valerio e la cognata Federica tra i cittadini lasciati senza casa dalla tromba d’aria. La famiglia Zanchi, con i cani Paco e Muz, viveva fino a quel terribile mezzogiorno in via del Casone 77, nel pieno della campagna stabbiese: «Stiamo qui dal 2001, dopo aver acquistato la casa con difficoltà e un mutuo impegnativo – racconta Antonino Zanchi – Cosa è rimasto di tutto questo? In 5 minuti tutti i sacrifici sono stati spazzati via». Rabbia, amarezza per un imprevisto che stravolge la vita: «Ero in casa da sola – racconta Vanessa, volontaria della Pubblica Assistenza di Fucecchio – appena rientrata dopo il turno. Dalla finestra ho visto tutto nero, poi il vento e la grandine. Il tetto è saltato, la porta si è spalancata. Mi sono nascosta sotto il tavolo, riparandomi con una sedia mentre i mobili». Un terrore indimenticabile. «Mia moglie era bloccata in auto a due passi da casa – racconta ancora Antonino – Io ero al lavoro a Sovigliana, arrivato qui dopo due ore di viaggio non credevo ai miei occhi». La prima notte dopo la tempesta che ha strappato una intera parete della casa, ‘aprendo’ l’armadio e facendo volare via vestiti e oggetti, la famiglia l’ha trascorsa da parenti. Ora, acciuffato quanto più possibile tra abiti, suppellettili e generi di prima necessità, gli Zanchi hanno trovato ospitalità da don Donato Agostinelli, parroco di Cerreto, che fin dalle prime ore dell’emergenza aveva messo a disposizione posti letto e spazi in canonica. «Mi sono reso disponibile – spiegava il parroco venerdì notte al centro di coordinamento pronto a dare una mano – tutto qua. Dobbiamo scommettere su spirito di solidarietà e buon vicinato. Sono stato contattato dal parroco del Duomo di Mirandola, al quale siamo stati vicini dopo il terremoto del 2009. Come noi allora – continua don Agostinelli – adesso sono loro a volerci aiutare». Samanta Panelli