Ora tagliate, non tassate

L'editoriale del direttore de La Nazione

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 13 novembre 2014 - Sapete fino a quanto può guadagnare un dirigente della Regione Toscana? Anche 164mila euro lorde l’anno. Il più povero si accontenta di 95mila euro. Cifre legali e legittimate da una legge regionale, che però contraddicono il rigore e lo spirito del risparmio che vengono chiesti agli enti pubblici. Mentre i manager si riducono lo stipendio, la Regione concede, a prescindere, ai suoi generali (in totale sono 135) un premio di produttività che ammonta a 16mila 500 euro l’anno, stabilito sulla base di parametri assai risibili. Quali? Il "miglioramento della dematerializzazione dell’attività giudiziale". O ancora: "Il consolidamento della tendenza circa la tempestività nella fornitura dei pareri richiesti".

A noi sembrano doveri, più che risultati da ricompensare. In altre parole: la busta paga di un dirigente si appesantisce ogni mese di quasi 1.400 euro, che vanno ad aggiungersi alla retribuzione ordinaria senza bisogno di acquisire particolari meriti. Nella stagione in cui c’è l’impegno di tutti a tirare la cinghia, questa ingiustificata opulenza è una nota stonata. Tanto più che quando il premier Renzi ha chiesto alle Regioni di darsi una regolata e di fare qualche sacrificio eliminando gli sprechi, la Toscana ha pensato subito di tagliare i servizi e addirittura di introdurre un "superticket sanitario per i ricchi". Come dire che il peso della manovra minacciata dal governatore Rossi (e prontamente stoppata dal Pd in odore di campagna elettorale), sarebbe ricaduta solo su chi ha più soldi, attribuendole quindi una discutibile patente di sinistra. Con le cifre che abbiamo pubblicato, La Nazione dimostra che prima di arrivare nelle tasche e sulla pelle del cittadino, si possono ridurre i costi, cominciando a rivedere i premi concessi a chi ha già una retribuzione congrua. E’ l’invito che facciamo alla Regione.

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