Manuela Plastina
Cronaca

Bambini e internet: a Firenze l'Osservatorio nazionale

Nasce dalla collaborazione tra Istituto degli Innocenti, Corecom e Agcom. Da una ricerca sui piccoli fiorentini, l'uso del computer è per studio, fotoritocco e gioco. Ma pochi conoscono i rischi del web

Smartphone, cellulari, foto generica (Germogli)

Smartphone, cellulari, foto generica (Germogli)

Firenze, 26 settembre 2014 - Il 38% dei piccoli fiorentini passa più di tre ore al giorno davanti alla tv e usa il computer per fare fotoritocchi e giocare. È quanto emerge da una ricerca condotta dall'Istituto degli Innocenti con il Corecom Toscana: i due enti insieme ad Agcom e il Coordinamento nazionale dei Corecom hanno istituito insieme un Osservatorio Internet@minori che sarà il punto di riferimento nazionale sul tema del rapporto tra bambini e adolescenti e nuovi media. Oltre allo studio dei cambiamenti di legame tra i minori e i devices tecnologici, l'Osservatorio avrà anche il compito di sviluppare campagne di sensibilizzazione e di ricerca e di informare e formare insegnanti ed educatori, di realizzare ricerche. Inoltre dovrò creare una rete europea di scambio e confronto sul tema.

“Sono molti anni che lavoriamo su questo tema grazie a Trool.it – spiega Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degliInnocenti -. E' un progetto che ha coinvolto oltre 9.000 bambini e ragazzi, con famiglie e insegnanti, con l'obiettivo di permettere loro un accesso sicuro e allo stesso tempo una “scuola di internet”. Nel dare vita all'Osservatorio confidiamo di mettere in rete le tante esperienze positive che esistono a livello nazionale”.

"Il nostro intento – aggiunge Sandro Vannini, presidente di Corecom Toscana - è arrivare ad essere un riferimento di livello nazionale sia da un punto di vista della raccolta di ciò che è stato fatto sia per avviare iniziative di monitoraggio e ricerca”. Dalla ricerca degli Innocenti emerge che i bambini utilizzano per lo più la televisione: stando alla loro percezione del tempo, il 24% passa meno di un’ora al giorno davanti alla tv, il 36% da 1 a 2 ore, il 38% più di 3 ore e un esiguo 3% dichiara di non vederla mai. I minori utilizzano i diversi devices tecnologici per molteplici scopi, soprattutto per fare foto e fotoritocchi – il 47% dei rispondenti – ma anche per fare disegni (il 37%) e realizzare video (23 %), e al 21% servono per produrre testi. In generale è emerso che il gioco è il filo conduttore dell’utilizzo di tutti i devices tecnologici. L’ambiente familiare è senza dubbio il maggior contesto di apprendimento: in media il 45% dei bambini dichiara di aver imparato dai propri genitori e a seguire da un fratello o da una sorella. I dati Istat indicano che il rapporto dei bambini e dei ragazzi tra i 3 e i 17 anni con le nuove tecnologie è fortemente legato al livello di istruzione dei genitori. Il fatto che l’utilizzo del personal computer da parte dei bambini e dei ragazzi con genitori con un basso livello di istruzione sia estremamente contenuto anche a scuola indica che il sistema scolastico non riesce a compensare le carenze dell’ambiente familiare. A livello europeo il nostro Paese si mostra tra i più lenti rispetto alla diffusione delle nuove tecnologie presso le famiglie e gli individui, e l’attuale crisi economica è destinata ad aumentare il gap. Circa la metà riferisce di avere regole sul tempo di utilizzo di alcuni strumenti come i videogames (54,3%), la tv (52,9% ) o la navigazione in internet (45,2%), o sui contenuti da visionare come i siti che può visitare (50,2%) o i programmi televisivi che può guardare (45,7%). A cosa servono il computer e internet secondo i bambini? Quasi il 65% lo considera uno strumento importante per studiare meglio, e il 45% circa per avere migliori risultati a scuola. Tuttavia, i bambini sottolineano molto anche la funzione sociale e di rete che il computer connesso a internet può avere, che sia per frequentare di più gli amici (40,6%), per contattare genitori e nonni (circa il 30%) o più in generale per sentirsi meno soli (44,7%). Ma sulla conoscenza dei rischi di internet, il 59% dei bambini dichiara di non aver mai ricevuto informazioni a riguardo; il 22% di averli appresi dai genitori e il 15% all’interno dell’ambiente scolastico.

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