Diciassette sindaci boicottano Ato Costa. La Regione: "Sarà commissariata"

Bufera dopo l’assemblea a cui è stato fatto mancare il numero legale

Raccolta dei rifiuti

Raccolta dei rifiuti

Livorno, 15 novembre 2017 - Sei anni di lavoro per pianificare, accordare, rielaborare, risfare, sabotare e rimandare. «Meglio essere commissariati»: è il pensiero di quattro sindaci «di peso» all’interno dell’Ato Toscana Costa, organismo che dovrà gestire i rifiuti per 101 comuni delle province di Pisa, Lucca, Livorno e Massa. Progetto nato nel 2011 ma che stenta a decollare a «causa anche degli ultimi rimandi», dicono i primi cittadini ritrovatisi a Pontedera per una conferenza stampa lampo. Al tavolo Lorenzo Bacci di Collesalvetti (presidente dell’Ato), Alessandro Franchi presidente Provincia Livorno, Simone Millozzi di Pontedera,Renzo Macelloni di Peccioli e Gianluca Berini assessore di San Miniato. «Parliamo anche a nome del sindaco di Pisa Marco Filippeschi – dicono in coro – e di altri sindaci che non sono potuti venire qui». Motivo del colpo di spugna? La nuova assemblea dell’Ato che ieri mattina si è impantanata sul numero legale che ha fatto saltare la seduta. Colpa soprattutto, dice il gruppo riunitosi ieri a Palazzo Stefanelli a Pontedera, di grandi Comuni (che hanno più peso sul voto) che ieri si sono tirati indietro. In primis Livorno, e non è certo una novità. Ma ci sono anche Carrara e Viareggio che erano presenti ma poi si sono tirati indietro.

«Basta, ora vogliamo denunciare il grave episodio – tuona il sindaco Simone Millozzi – In punto di diritto, è bene ricordarlo, che il Tar ha dato ragione al nostro percorso. Mi riferisco a Livorno che proprio la scorsa settimana si è vista bocciare il ricorso». Il Comune di Livorno, secondo il giudice amministrativo, non può sottrarsi all’Ato per la gestione dei rifiuti. «Non solo – prosegue Millozzi – il modello individuato misto pubblico-privato è giusto. E non lo diciamo solo noi. Lo hanno detto a più livelli». . «Chiediamo alla Regione Toscana di commissariare l’Ato – aggiunge il sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci e presidente dell’Ato – perché non possiamo andare avanti così. Pensi la Regione a chiudere il percorso. Basta con questi sindaci che rivendicano gestioni campanilistiche che poi provocano costi pesanti per la comunità».

«Basta con questi trucchi da prima Repubblica», rincara Macelloni. E poi il sindaco di Peccioli punta il dito sui “colleghi” della Versilia: «Prima di darci delle lezioni, facciano bene i loro conti». Come dire, piccolo non è bello e non conviene. E se la lacerazione è evidente e scontata con i sindaci grillini, ancor più incredibile è quella con i compagni. Proprio ieri 17 sindaci Pd di Versilia e Lucchesia hanno annunciato di voler cambiare percorso: niente ingresso del privato, almeno nella fase iniziale. In serata la nota ufficiale della Regione, con l’assessore all’ambiente Federica Fratoni. «Prendo atto con rammarico dell’esito dell’assemblea di Ato Toscana Costa, che non ha avuto il numero legale per procedere alla discussione degli atti posti all’ordine del giorno. Come Regione ci troveremo costretti ad adempiere agli obblighi di legge comunicando nei prossimi giorni ai prefetti territorialmente competenti la mancata attuazione del cronoprogramma a suo tempo approvato».