"Andremo a finire sui Tg". Lo stalker molesta anche il fidanzato della ex

Minacce e inseguimenti, perseguitava la ex fidanzata

Stalking (Foto archivio)

Stalking (Foto archivio)

Firenze, 4 febbraio 2017 - «SENTI, non ho più nulla da perdere quindi fammi il favore di non farti più vedere o in zona. Potremmo rimetterci tutti...». E’ il 5 settembre, un uomo invia questo messaggio minatorio alla ex. Il più grave forse di quelli che le spedisce dopo una relazione durata quasi nove anni, con in più inseguimenti, messaggi anche al padre e al fratello di lei, al nuovo compagno della donna. Poco più tardi lui è a chattare con sconosciuti frasi tipo ‘farò qualcosa che poi tutti sapranno dai Tg’ e ‘andrò a finire quello che devo finire’. Uno dei partecipanti alla chat chiama i carabinieri, i carabinieri avvisano la polizia postale che accorre in modo veloce e risoluto e arresta Giulio Mari, 46 anni.

Lo bloccano nella gastronomia di via Manni, intento a fronteggiare ‘viso a viso’ il proprietario, che ha dato in affitto un appartamento alla ex di Mari per aiutarla a sottrarsi a quel tormento. E che è diventato il suo nuovo uomo, tanto da essere visto – dall’imputato – a spasso con il cagnolino della coppia scoppiata. Ci era andato già prima, Mari, in quel negozio. Sette mesi prima. Il 23 febbraio, coltello di 28 centimetri alla mano, aveva urlato al rivale «ti sgozzo». Poi e fino al giorno di fine estate, lei sembra riprender fiato anche se a marzo sta fissa in casa per un incidente. ‘Ma ero un’altra persona, ho iniziato a ridere...’. Comunque i timori per la propria incolumità non la lasciano del tutto. Ricorda i giorni in cui prima d’andare al lavoro controllava dalla finestra se lui si aggirava in zona. Racconterà alla polizia che per tutelarsi mandava un sms ad una collega perché l’aspettasse alla stazione, dove lei arrivava con il bus; che raccomandava ai colleghi di non dare a nessuno il suo indirizzo. E lui? Non accettava la fine di una relazione pur tormentata. Così lei la racconta agli inquirenti: «Lui doveva avere tutto sotto controllo, mi doveva comandare, bisognava fare come diceva perché altrimenti era tutto sbagliato, mi controllava quando uscivo. Quando andavo a lavorare dovevo mandare un messaggio che era arrivata... a volte ho avuto paura, mi ha anche strattonata, mi ha buttato a terra...».

MARI è stato condannato dal giudice Marco Bouchard a un anno, due mesi di reclusione, per atti persecutori nei confronti della donna, escluse le attenuanti «considerate la sua condotta nei confronti della donna e le accuse sull’instabilità di carattere di lei». Esclusa la sospensione condizionale «non potendosi ancora sciogliere una prognosi di non pericolosità». Condannato Mari a pagare 5000 euro all’ex e 2000 al nuovo compagno di lei, costituitisi parti civili rispettivamente tramite gli avvocati Greta Catani e Andrea Vascellari. Assolto invece dall’accusa di atti persecutori (che presuppongono il provocare ansia e paura perduranti nella vittima) anche nei confronti del ‘rivale’. L’assoluzione dagli atti persecutori era stata chiesta anche dalla difesa perché tra i due episodi c’è stata calma e la stessa donna ha dichiarato di sentirsi come ‘liberata’.

giovanni spano