Mercato immobiliare: duemila case invendute e cantieri dimezzati in tre anni

Edilizia, è ancora crisi ma c’è qualche segnale. Ripartono i mutui ai privati

Cantiere

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Arezzo, 21 ottobre 2014 - La crisi c’è ma adesso si vede qualche tiepido segnale. Sono circa 2mila solo ad Arezzo e dintorni, le case costruite e rimaste invendute. Piange il settore dell’edilizia che ha visto negli ultimi tre anni un calo anche a livello locale di oltre il 50% del volume di affari. Eppure ora il mercato immobiliare vede uno spiraglio. I segnali positivi ci sono. Basti pensare che nel secondo trimestre 2014 le famiglie toscane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 449,6 milioni di euro, che collocano la regione al sesto posto per totale erogato in Italia, con un’incidenza del 7,16%. E secondo l’Istat per quanto riguarda le compravendite, ci sono importanti segnali di recupero al Centro con un +8,1%.

Ma è presto per fare i salti di gioia. Sì perché se le banche sembrano aver ripreso a finanziare chi decide di acquistare una casa o un immobile, seppur con le dovute cautele, per le imprese edili tuttavia non è ancora tempo di esultare. Negli ultimi tre anni infatti il settore dell’edilizia ha vissuto una situazione di stallo pressoché totale. Con aziende che hanno visto dimezzarsi o ridurre anche di più il proprio giro d’affari e incassi. Resta fermo il mercato delle costruzioni e se qualcosa adesso si vende grazie ai mutui che sembrano riaccendersi, fa parte comunque di quegli immobili rimasti fermi negli ultimi anni. Le cifre parlano circa di 2mila abitazioni solo ad Arezzo e dintorni, senza contare la provincia, rimaste vuote o invendute. E in alcuni casi anche incomplete, con cantieri fermi del tutto o che vanno avanti a singhiozzo. L’unica cosa che si salva? Restano le ristrutturazioni o le riqualificazioni energetiche delle abitazioni. «E’ vero che negli ultimi tempi le banche hanno ripreso a concedere qualche finanziamento mentre prima non facevi in tempo ad entrare in un istituito di credito per uscire altrettanto rapidamente – spiega Giordano Cerofolini presidente federazione edilizia Confartigianato – ma il sentore che il vento sia cambiato non basta. I segnali fanno ben sperare ma sono ancora troppo recenti per tradursi in lavoro per le imprese edili. Le compravendite infatti ripartono ma ancora ci sono tantissimi immobili già costruiti e rimasti vuoti da smaltire». E sono tantissime le abitazioni pronte e terminate ma rimaste invendute. «E poi ci sono quelle non ultimate per colpa della crisi – continua Cerofolini - Per ripartire e smaltire tutto il vecchio ci vorrà del tempo. Le banche inoltre hanno ripreso a finanziare i mutui alle famiglie ma ancora non sono ripartiti quelli del settore costruzioni». Tradotto, le imprese edili soffrono ancora molto e sono ferme.

«Per adesso si finanzia l’opera finita, mentre è ancora fermo il mutuo all’opera da costruire – spiega il presidente della federazione edilizia - Ed è quello che a noi imprenditori interessa perché se non riparte il mondo delle costruzioni anche chi vende non reinveste nel nuovo». E lo stallo del mercato della costruzione è ormai fermo da più di tre anni. «Ci sono cantieri anche grandi come quello in zona tribunale fermi e le imprese edili in generale non navigano in buone acque – continua Cerofolini - quei pochi lavori che ci sono o sono ristrutturazioni o riqualificazioni energetiche, c’è anche qualcosa di nuovo ma è si tratta sempre del privato che decide di costruire e si affida a un’impresa. Oppure ripartono a singhiozzo alcuni cantieri che erano fermi, si fa il mininmo indispensabile per non chiudere ma si lavora piano. La mia azienda ha più che dimezzato il fatturato negli ultimi 3 anni, il nuovo è praticamente bloccato. Prima comprare casa era un investimento adesso è diventato un costo. Ultimamente inoltre è venuta a mancare anche la grande fetta dei lavori pubblici».