Il giorno della verità di Padre Graziano: telefonino e zio Francesco i temi caldi col Pm

Il frate sarà interrogato in carcere il 28 luglio e stavolta, dopo la richiesta del suo nuovo avvocato, non potrà più tacere

Marco Dioni e padre Gratien

Marco Dioni e padre Gratien

Arezzo, 8 luglio 2015 - E' come un nuovo inizio, un giorno della verità in cui Padre Graziano dovrà finalmente parlare. Forse non per confessare, forse non per dire ancora tutto quello che sa (e della scomparsa di Guerrina in pochi dubitano che sappia più di quanto dice), ma certo per raccontare finalmente una sua versione, sia pure solo parziale dei fatti. E' l'unica situazione nella quale ha un senso la scelta del suo avvocato Francesco Zacheo di farlo interrogare dal Pm Marco Dioni, scenario ora concretizzato dalla fissazione di una data, il 28 luglio nel carcere di San Benedetto.

Dovrebbe (il condizionale è d'obbligo con una figura come quella del frate arrestato per l'omicidio della casalinga scomparsa e l'occultamento del suo cadavere) finalmente cadere in quella data il voto di silenzio che il sacerdote si è imposto per quasi un anno, d'accordo con il suo avvocato del passato Luca Fanfani, dal 5 settembre 2014 in cui fu indagato. Da allora in poi, dinanzi al Pm e al Gip Piergiorgio Ponticelli, Gratien Alabi, questo il suo nome al secolo, si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere.

La decisione di cambiare avvocato dei giorni scorsi sta adesso per tradursi, salvo clamorose sorprese, in un mutamento di linea difensiva, dal silenzio totale a una verità, almeno a una prima verità, sull'inquietante caso di Guerrina, sparita ormai da un anno e due mesi. D'altronde, solo se il frate darà una collaborazione tale da essere creduta anche in procura, il Pm Dioni potrà dare parere favorevole a quella richiesta di arresti domiciliari che Zacheo ha già annunciato di voler presentare.

Bene, ma quali sono i grandi temi sui quali l'accusa potrebbe essere interessata a sentire la versione di Padre Graziano? Bè, ce ne sono almeno due di fondamentale importanza, quelli che fanno da impalcatura all'ordinanza di custodia cautelare firmata a suo tempo dal Gip Ponticelli. E sono ovviamente il telefonino di Guerrina, di cui il frate è sospettato di essere stato in possesso fin dal pomeriggio della scomparsa, il primo maggio 2014, e la figura dello zio Francesco, da lui introdotta nella vicenda in settembre proprio per sgravarsi del dubbio di aver avuto il cellulare per le mani. Per la procura e anche per il Gip sono due dei principali elementi a carico.

Non a caso il Pm Dioni ha a più riprese tentato negli interrogatori di sapere di più di Zio Francesco, ma si è sempre scontrato contro il muro del silenzio. nonostante fosse chiaro che il personaggio del misterioso accompagnatore di Guerrina, che solo il frate dice di aver visto (ma lo racconta al suo parroco Don Faustino e poi al Vesvovo, senza mai confermarlo in un verbale) stesse diventando per Padre Graziano una palude nella quale affondava piano piano.

Quanto al telefono, è da esso che intorno alle 17 del primo maggio partono gli sms al pizzaiolo etiope e al prete nigeriano che solo il frate conosceva, che secondo la procura e il Gip sono indizi sicuri del fatto che l'apparecchio fosse nelle mani del sacerdote. Cosa dirà adesso Padre Graziano? E' uno dei grandi interrogativi in vista del giorno che può cambiare tutto nel giallo di Guerrina.Segnatevi la data: il 28 luglio.