Il cugino di Renzi attacca: "Il taglio dei distacchi sindacali? Una stupidaggine". Le reazioni di Mugnai e Salvini

Mario Renzi (sindacalista della Uil): "Se Matteo continua così, anche il prossimo trimestre il pil sarà in calo"

Mario Renzi

Mario Renzi

Arezzo, 27 agosto 2014 - La mannaia sui distacchi sindacali nella pubblica amministrazione decisa dal ministro Marianna Madia cala anche su Arezzo e il segretario regionale Flp, Mario Renzi (nella foto) — cugino del padre del premier —va subito all’attacco e non ha problemi a definire la riforma «una stupidaggine» (in realtà era un’espressione più colorita) e poi spiega: «Per la Uil non è una tragedia per quanto riguarda i distacchi ma per i permessi sindacali è una catastrofe. Dimezzate le ore, e su Arezzo erano 120 annue per tutto il comparto, e l ’ unico effetto sarà quello di impedire ai lavoratori di confrontarsi su temi importanti. Il risparmio sarà zero. Avrebbero dovuto agire sul rapporto tra pubblica amministrazione e burocrazia, ad esempio, o mettere mano alle nomine dirigenziali. Se Matteo continua così, anche il prossimo trimestre cala il Pil di un altro 0,3%». Per scuola e pubblico impiego in generale si tratta dunque di avere il 50% di delegati in meno, il tutto finalizzato alla riduzione della spesa pubblica. Una riforma accolta «così così» da Cgil, Cisl e Uil, con giudizi e umori altalenanti. 

Per Alessandro Mugnai, segretario generale della Cgil, si tratta di «un provvedimento che era nell’aria, anche se non ne conoscevamo l’entità. Noi comunque ci eravamo già premuniti riducendo le ore nella funzione pubblica già da un anno. Sarà dura ma siamo ben strutturati, ce la faremo». E’ Alessandro Gabrielli delegato della Flc Cgil a spiegare che «Nella scuola perdiamo mezzo distacco, ne avevamo uno intero e uno a metà delle ore, che è quello che mancherà da ora in poi. Si tratta di un territorio vasto, sarà complicato garantire gli stessi servizi che davamo prima, dovremo puntare molto sul volontariato. Quello che verrà sarà un anno di assestamento, utile a capire come ci dovremmo riorganizzare». Anche Bruno Pacini, per la funzione pubblica della Cgil, spiega: «Perdiamo in pratica due delegati dei quattro che eravamo. In realtà, avendo già provveduto a un dimezzamento in autonomia, la “botta” la sentiremo relativamente». Molto critico il segretario generale della Cisl aretina Marco Salvini: «Di fatto abbiamo perso tutti i distacchi pieni nella pubblica amministrazione, scuola, pubblico impiego e segretaria confederale. Nella scuola è rimasto un mezzo distacco e poi qualche ora nella pubblica Amministrazione. Noi però faremo con le nostre risorse interne, ci eravamo già preparati da tempo a questa eventualità. Il punto è che non si tratta di una perdita di distacchi ma di una perdita di diritti sindacali. Se lo avesse fatto Marchionne, per esempio, sarebbe scoppiata una rivoluzione. Questa riforma ci danneggia intermini di agibilità sindacale, da ora daremo priorità ai nostri associati...».