Quartieri uniti per l'addio al maestro di campo: folla ai funerali di Bonini

La cerimonia a Pieve al Toppo. Piegato in ospedale da una grave malattia, aveva saltato le ultime edizioni per motivi di salute. In "sella" all'evento dal 2005.

Bonini

Bonini

Arezzo, 20 ottobre 2017 - Sul tavolo, davanti al libro delle firme, c’è una sua foto: naturalmente con l’elmo da maestro di campo. E la Giostra è sfilata lì, nella chiesa di Pieve al Toppo, troppo piccola per un dolore così grandi. Intorno a lui tutti i quartieri uniti, un po’ come forse sognava fossero sotto la sua guida in piazza.

C’era tanta gente ai funerali di Dario Bonini. In testa parenti e amici cari, il sindaco Ghinelli, i Cavalieri di Arezzo, rappresentanze di musici, sbandieratori e dei tanti protagonisti che colorano Arezzo nei giorni della rievocazione. C’era anche Fernando Lisandrelli, il suo vice. Ha guidato la lizza in sua assenza, ora è arrivato il momento della staffetta definitiva.

Tutti riuniti intorno alla morte del maestro di campo, la massima autorità della Giostra, una generazione alla guida dell'evento che muove le grandi passioni aretine: Dario Bonini (che tra l'altro pare che anagraficamente si chiamasse Mario ma da tutti  è conosciuto con l'altro nome) aveva 65 anni e si è spento mercoledì alle 17, piegato in ospedale dalla solita,terribile malattia.

La malattia che lo aveva escluso per alcune edizioni dalla sua grande passione e dal suo ruolo determinante, fin dall'anno delle tre Giostre. Una malattia contro la quale si è battuto con il solito coraggio, fino alla resa. 

Dario Bonini è stato dal 2005 l'occhio attento di decine di carriere: fino al 2010 in alternanza e condominio con Enzo Gori e dal 2010 come titolare unico, Prima era stato vice con Massimo Malatesti, che poi lo avrebbe affiancato qualche volta negli anni successivi: due grandi amici oltre che due innamorati della Giostra.

Dario Bonini aveva una macelleria famosissima a Pieve al Toppo, dove arrivava gente anche da fuori Arezzo. E all'amore per la Giostra univa quella per i cavalli, che curava in un suo piccolo maneggio, E per anni aveva anche partecipato alle trasferte dei cavalieri di Arezzo, il gruppo che unisce protagonisti vari della Giostra e che ha girato mezza Europa.

“Una grande perdita per la Giostra del Saracino alla quale negli anni ha dato moltissimo – commenta il presidente dell’Istituzione Franco Scortecci – Figura neutrale e garante di correttezza e imparzialità, la sua personalità e il suo operato sono sempre stati dimostrazione di un fortissimo senso di appartenenza alla manifestazione e alla città”.