Perde i risparmi di una vita, si uccide ma "Banca Etruria non c'entra"

Chiesta l'archiviazione per il caso del pensionato di Civitavecchia che perse 110 mila euro

Luigino D'Angelo

Luigino D'Angelo

Arezzo, 17 marzo 2017 - Si era tolto la vita dopo aver perso tutti i suoi risparmi investiti nella Banca Etruria.  La notizia della morte del pensionato, Luigino D'Angelo, che il 28 novembre del 2015 aveva deciso di farla finita, aveva fatto il giro d'Italia. Il sessantottenne aveva affidato 110 mila euro alla filiale di Civitavecchia. 

Oggi, secondo la procura di Civitavecchia, la Banca non c'entra niente. Non vi fu nessuna istigazione al suicidio: il fascicolo deve essere archiviato. L'altro reato contestato, la truffa, è stato stralciato.

Probabilmente sarà la procura di Arezzo ad occuparsene, proprio come accade per tutte le altre vittime travolte dalle sospette operazioni finanziarie dell'istituto di credito.

La difesa e i pm avevano ricostruito in parte la vicenda. Luigino D'angelo avrebbe acquistato le obbligazioni sul mercato secondario. Forse è per questo che la stessa banca, quando lo scandalo era scoppiata, aveva precisato come le obbligazioni subordinate acquistate da D'Angelo erano state acquistate sul mercato secondario e non al momento dell'emissione. I titoli acquistati al momento dell'emissione vengono comprati negli istituti di credito, mentre il mercato secondario è quello che si sviluppa dopo il collocamento sul mercato primario di alcuni prodotti finanziari.

Nel 2006 dunque la banca avrebbe venduto le obbligazioni a un terzo ente, o a una terza persona. Poi, nel 2013, Luigino le avrebbe comprate. Ad Arezzo però ancora si indaga.