Infermieri, sciopero compatto: saltano visite ed esami, gravi disagi

Il direttore dell'ospedale: "Garantiti i servizi essenziali ma le sale operatorie hanno lavorato solo sulle urgenze, in difficoltà poliambulatori e radiologia

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Arezzo, 24 febbraio 2018 - Nonostante il freddo c’è stato anche chi ha sfilato in mutande alla manifestazione che ha visto ieri gli infermieri del sindacato autonomo Nursind protestare a Roma. Nella media si parla del settanta per cento delle adesioni in Toscana con punte dell’ottanta per cento. Una adesione maggiore rispetto alle altre volte anche ad Arezzo dove l’ospedale del San Donato ha dovuto fare i conti con notevoli disagi vista la massiccia astensione.

Lo conferma anche il direttore dell’ospedale Massimo Gialli. «I disagi sono stati ovviamente importanti per i cittadini – spiega Gialli – i servizi essenziali sono stati garantiti, ma, per esempio, le sale operatorie hanno funzionato solo per le urgenze salvo qualche altro intervento dove la presenza degli infermieri lo ha consentito. I reparti di degenza invece in questi casi sono sempre stati tutti garantiti».

Problemi anche nel settore della radiologia: «La mancanza di infermieri ha impedito alcune prestazioni radiologiche – continua Gialli – come quelle che richiedevano l’utilizzo di mezzi di contrasto, in questi casi gli appuntamenti sono stati rinviati. Ovviamente in difficoltà anche i settori dei poliambulatori, non essendo prestazioni considerate d’urgenza ma esclusivamente di programmazione, dove in mancanza di infermieri non si è potuta garantire la prestazione sanitaria».

Ma l'adesione è stata massiccia e non solo ad Arezzo. «In tutto il territorio regionale l’adesione alla mobilitazione è di oltre il settanta per cento - fa sapere Giampaolo Giannoni, responsabile per la Toscana del sindacato autonomo Nursind – con sale operatorie aperte solo per le emergenze e interventi per lo più sospesi. Ma si raggiungono punte dell’ottanta per cento di adesione, ad esempio ad Empoli, con sale operatorie e ambulatori chiusi, così come a Pisa, Lucca e Arezzo. A Firenze e in particolare al presidio ospedaliero di Careggi l’adesione è pari al settanta per cento».

La protesta era contro il blocco contrattuale che dura da nove anni e per il nuovo contratto prospettato ritenuto peggiorativo rispetto al precedente