Bpel, il caso finisce in Parlamento: oggi l'audizione di Rossi in commissione

Comincia l'analisi delle vicende che hanno portato il vecchio istituto al tracollo. Nei prossimi giorni Nicastro, le associazioni degli azzerati, Consob e Bankitalia

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 30 novembre 2017 - Nella sala di Palazzo San Macuto che ospita le sedute della commissione d’inchiesta sul caso banche è il primo giorno di Etruria. Eh sì, dopo aver affrontato le questioni delle popolari venete e di Mps, l’attenzione dei commissari presieduti da Pierferdinando Casini si sposta sulla banca aretina, che al centro della tempesta mediatica ci sta ormai da due anni.

E si comincia, come era successo per le altre banche oggetto d’inchiesta, dall’audizione del procuratore capo che sta conducendo le indagini, nel caso specifico Roberto Rossi. L’inizio del fuoco incrociato di domande è fissato per le 10,30, ma la giornata potrebbe andare avanti a lungo. In mezzo infatti ci sarà un voto di fiducia sul governo che costringerà la commissione a sospendere i lavori.

Il procuratore si porterà ovviamente dietro la documentazione del caso. Non tutte le carte d’indagine, che riempiono decine di migliaia di pagine, ma almeno gli atti essenziali relativi ad ogni filone: dunque la sentenza che ha mandato assolti i vertici della banca che fu dall’ostacolo alla vigilanza, gli avvisi di chiusura indagine e le richieste di rinvio a giudizio per i vari filoni di bancarotta, ora riuniti in una sola udienza preliminare, e per quello di truffa o istigazione alla truffa (contestata ad alcuni dirigenti) in relazione all’emissione e alla vendita delle obbligazioni subordinate poi azzerate dal decreto di risoluzione del 22 novembre 2015.

Si prosegue il 5 dicembre con l’audizione del presidente delle 4 good bank che nacquero appunto dalla risoluzione, Roberto Nicastro. Il giorno dopo, tutti insieme, i rappresentanti delle associazioni degli azzerati. Nel finale un altro piatto che potrebbe farsi scottante: il 7 dicembre tocca alla Consob e il 12 dicembre alla vigilanza di Banca d’Italia, probabilmente col direttore del settore Carmelo Barbagallo. Dovesse ripetersi lo scontro avvenuto sulle popolari venete, sarebbero scintille.