Mezzo milione di bond in fumo: in aula il caso simbolo della "truffa Etruria"

Marito e moglie accusano direttore di filiale: circuiti per comprare subordinate, è stato ritoccato anche il Mifid / Rinvio a giugno, la procura mugugna

Proteste a Banca Etruria

Proteste a Banca Etruria

Arezzo, 7 ottobre 2017 - SIAMO a ottobre 2013, Banca Etruria è abbondantemente in crisi, autorizzata da Consob esce l’emissione di obbligazioni subordinate, quelle che porteranno alla rovina migliaia di risparmiatori. Sono i i cosiddetti «bond truffa» per i quali è incardinato un procedimento giudiziario che ha mosso i primi passi nelle scorse settimane e che ieri ha vissuto un’altra data importante anche se non determinante, tanto più che l’udienza davanti al giudice monocratico Lucia Faltoni è stata aggiornata al 29 giugno 2018.

Data lontana, lontanissima che fa mugugnare la procura: avevamo chiesto tempi rapidi. Ma non è stato possibile anche per il prossimo passaggio a Gip della giudice Faltoni. Al di là delle schermaglie procedurali e delle date delle udienze a venire, quella di ieri è stata comunque una mattinata che ha lasciato il segno. E infatti tra le posizioni nel mirino - complessivamente una ventina in questa tranche gli indagati da direttori e dipendenti di banca - ce ne sono tre che rappresentano in qualche modo una delle vicende simbolo del crac di Etruria.

LA STORIA PARTE appunto nell’ottobre 2013, filiale di Bpel di Rigutino. E’ qui che tengono i loro risparmi marito e moglie, di una sessantina d’anni. Il gruzzo non è niente male, mezzo milione di euro investito in vari titoli. Ma, ha denunciato la coppia, sarebbe a questo punto scattata la pressione e l’opera di persuasione del direttore di filiale e di due dipendenti. L’esito risulterà drammatico per le casse dei coniugi: il mezzo milione viene disinvestito e utilizzato per l’acquisto di obbligazioni subordinate. Tutto in bond, dal primo all’ultimo centesimo.

A completamento dell’operazione viene modificato il Mifid, ovvero il documento che certifica il livello di rischio, in questo caso alzato trattandosi dell’acquisto di subordinate, strumento di investimento sicuramente più pericoloso di un bond senior. A difendere il direttore di filiiale di Rigutino l’avvvocato Luca Fanfani, gli altri indagati (con perdite inferiori ai centomila euro) sono assistiti nella quasi totalità dal legale della Cisl Maurilio D’Angelo.