Profughi, nuova ondata: altri 58 in due giorni, 25 ad Arezzo. E Palazzo Cavallo attacca

Barbara Magi punta il dito sui comuni della provincia che non fanno altrettanta accoglienza. "Noi siamo già molto sopra il tettoi: altre città non fanno la loro parte. E' un'emergenza, anche se il Governo dice il contrario"

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Arezzo, 31 maggio 2016 - E' ricominciata la nuova ondata dei profughi. Con ripercussioni inevitabili anche qui. Nello scorso fine settimana sono arrivate altre 58 persone, redistribuite in tutta la provincia. Alcuni di loro in realtà, circa 25, sono ancora a Rigutino, in quella sorta di hub che è diventato il Palace Hotel.

Tutti provenivano dalla Sicilia, sbarcati durante un paio di giorni di tempo clemente. Il ministero ha deciso di assegnare 70 migranti a ciascuna provincia, diversamente da quanto è avvenuto fino a ora con i migranti che venivano assegnati alla Regione e poi ripartiti in percentuale tra le varie province. E immediatamente, con l’arrivo di altri profughi, sono scattate anche le polemiche.

Tra le prime voci preoccupate quella dell'assessore alla sicurezza Barbara Magi.

"Ho appreso che nella notte sono arrivati ad Arezzo venticinque profughi. Che si vanno ad aggiungere agli altri già accolti nel territorio comunale. Una notizia che desta una certa preoccupazione, considerato che il nostro Comune ne ospita un numero che va già oltre la quota spettante in proporzione al numero degli abitanti.

Infatti Arezzo, qualora il numero degli immigrati all’interno della provincia dagli attuali passasse a 1.380, ne dovrebbe accogliere 220. Mentre già adesso, prima degli arrivi di stanotte, il Comune ne accoglieva circa 270. La situazione deve essere seguita costantemente affinché non si traduca in allarme e inoltre per consentire il rispetto del principio della proporzionalità come previsto dalla direttiva del ministero dell’Interno.

L’ipotesi di ulteriori arrivi, come già richiesto, ha necessità di essere approfondita e discussa con le istituzioni competenti. Purtroppo ci sono ancora Comuni della provincia che non ospitano profughi o un numero decisamente inferiore a quello previsto dal principio della proporzionalità. Il Governo dal gennaio 2013 non considera il fenomeno come straordinario, ma la cronaca dice il contrario”.