Picchi jr studia da campione. Nel nome di Armando

Alberto, 18 anni, livornese, è il pronipote del grande capitano dell'Inter di Herrera. Gioca come centrocampista nella Primavera dell'Empoli. Piace alla Juventus ed è nel giro delle nazionali giovanili

A sinistra Armando Picchi, a destra il pronipote Alberto

A sinistra Armando Picchi, a destra il pronipote Alberto

Livorno, 9 gennaio 2016 - Il 26 maggio 2016 saranno trascorsi 45 anni dalla prematura morte di Armando Picchi (a soli 36 anni!), un mito del calcio livornese, ma soprattutto un grande campione del calcio italiano e internazionale grazie ai trionfi ottenuti nella grande Inter di Herrera, della quale era libero e capitano.

Il ricordo di Armando Picchi ("Armandino" come lo chiamano ancora oggi i livornesi) è sempre vivo a Livorno e non solo: a lui è intitolato lo stadio dell'Ardenza, una squadra di dilettanti porta il suo nome. Da qualche anno c'è un giovane talento che porta il suo nome e che sogna di scalare le vette calcistiche. Si chiama Alberto Picchi ed è il pronipote del grande campione (suo nonno era cugino di Armando) centrocampista dell'Empoli, 19 anni il prossimo agosto, entrato nel giro azzurro delle nazionali giovanili. 

Nel settore giovanile empolese (tra i migliori d'Italia) Picchi si è messo in luce sino dagli esordienti fino alla Primavera, tanto, da entrare nel mirino di club importanti come il Porto e, adesso, la Juventus. 

Picchi è livornesissimo, vive nella città labronica dove frequenta il quinto anno di ragioneria e ogni giorno prende il treno per andare a Empoli ad allenarsi. Anche le sue origini calcistiche sono tutte livornesi: "Sono cresciuto nell' Antignano Banditella, dove mio padre mi accompagnava e, a sua volta, riviveva la sua passione per questo gioco. Anche lui è stato un calciatore di buon livello, lo voleva l'Atalanta, ma mio nonno, all’epoca, preferì vederlo sistemato, con un buon lavoro", racconta il giovane Picchi in un'intervista al sito "Vivo Azzurro" (la "community" ufficiale delle nazionali di calcio italiane), dove l'azzurro, in questo caso, non è quello dell'Empoli, ma quello della nazionale, visto che Picchi junior è nel giro delle nazionali giovanili. 

Inevitabile, con Alberto Picchi, fare riferimento al cognome "pesante", ma il giovane centrocampista (una mezz'ala che si adatta anche a giocare come mediano) non sembra soffrire paragoni importanti: "Non sento il peso di questo cognome. Picchi a Livorno è un cognome diffuso. Già all’età di cinque anni la mia curiosità venne stimolata dallo stadio che porta il nome di Armando e chiesi a mio nonno: era suo cugino e me lo fece conoscere attraverso i racconti e i video dell’epoca. Da lì e nato un senso di appartenenza e la mia passione per il calcio è cresciuta". 

Adesso, come detto, la Juventus lo ha messo nel mirino e lo ha chiesto con insistenza all'Empoli, ma la società azzurra sembra intenzionata a non cedere. Il giovane Picchi crescerà ancora a Empoli. Nel nome di Armando.