Ciclismo, 'Il Pedale Senese' non ci sta e rilancia

In merito all'attività giovanile

Immagini di una gara di miniciclisti

Immagini di una gara di miniciclisti

Siena, 30 maggio 2020 - La polemica a distanza tra il presidente del Comitato Regionale Toscana di ciclismo Giacomo Bacci ed il Pedale Senese nella figura del suo presidente Fabrizio Barsotti, si arricchisce di un nuovo capitolo in quanto la società di Siena rilancia.

“La……… stizzita risposta del massimo dirigente regionale – afferma Barsotti - mi dà purtroppo ancora una volta l’esatta dimensione della distanza che c’è tra la Federazione e il territorio. Rimando al mittente l’accusa che Bacci mi fa di non essere informato, esiste infatti una chat e lui lo sa bene perché ne è all’interno, voluta e formata da un gruppo di dirigenti delle società toscane che si tiene in contatto quasi quotidiano da molto prima di questa emergenza, con lo scopo di cercare di condividere la vita del movimento tra chi il ciclismo lo fa sul campo e chi dietro una scrivania. In questa chat, molti altri dirigenti di società hanno, nel corso di queste settimane, avanzato dubbi sul da farsi, certamente frutto dell’incertezza dei Decreti, ma anche del “silenzio” della Struttura... Rimando al mittente anche l’accusa di non conoscere la realtà del ciclismo toscano: la conosco perfettamente, non essendo purtroppo – aggiunge Barsotti - più di primo pelo all’interno dell’attività giovanile. Ma qui mi fermo perché non mi interessa abbassarmi al livello di “baruffe chiozzotte” quando in ballo c’è la vita del movimento. Magari a tempo debito e in altri contesti. Per adesso mi basta, dal massimo dirigente regionale, il dichiarato “.. massimo impegno verso il vivaio giovanile, vedremo..”. La risposta del dirigente senese si conclude così.

“Pubblicamente voglio però ringraziare il delegato nazionale per il settore giovanile Maurizio Ciucci, che, molto meno stizzito del massimo dirigente regionale, mi ha contattato personalmente, ci siamo scambiati i nostri punti di vista, e mi ha assicurato di tenere in considerazione le idee che possono venire dalle società per il miglioramento del ciclismo giovanile. Ovvio che oltre che sentirmi onorato, mi ha fatto molto piacere che un Dirigente Nazionale, si sia sentito in dovere di chiamarmi (altri dirigenti non lo hanno fatto). Voglio prendere questa cosa come il primo segno che la Federazione, a livello Nazionale, si stia finalmente muovendo verso la base”.