PAOLO BARTALINI
Cronaca

Agricoltura, quanti rischi: "La Valdelsa e il Chianti si affidino alla tecnologia"

Solfanelli, presidente di Coldiretti, spiega: "L’innovazione e la ricerca possono consentire di salvaguardare la fertilità dei terreni nonostante il clima".

Agricoltura, quanti rischi: "La Valdelsa e il Chianti si affidino alla tecnologia"

Agricoltura, quanti rischi: "La Valdelsa e il Chianti si affidino alla tecnologia"

L’agricoltura nella Valdelsa al tempo degli eventi estremi di tipo atmosferico. Dalle devastanti grandinate alle forti tempeste di vento, dalle terribili alluvioni alle ondate di calore. In Toscana, complessivamente, 183 episodi di questo genere da una recente rilevazione. E la Valdelsa e il Chianti non rappresentano in materia un’eccezione. Anzi, il le nostre aree sembrano rispecchiare, se non altro in parte, l’andamento regionale dal profilo delle conseguenze sul raccolto.

"In una situazione di questo tipo le produzioni sono messe a dura prova, in particolare quelle specifiche del comprensorio geografico, ovvero l’olivo, la vite, i cereali, da una serie di fattori avversi. A cominciare da un clima che finisce per ‘ingannare’ le colture". A utilizzare l’espressione, senza dubbio azzeccata, è Simone Solfanelli, direttore di Coldiretti Siena, che ricostruisce così il quadro dal suo osservatorio. "In stagioni fuori da ogni regola - spiega Solfanelli - si è avuto in autunno, se non addirittura a dicembre, un risveglio vegetativo a cui di solito si assiste, normalmente, in primavera. Le piante, invece di stare a riposo come dovrebbe accadere nel periodo, si sono ‘mosse’ per effetto di temperature perfino di 18-19 gradi. Salvo ripiombare adesso, con l’ondata di questi giorni, nel pieno inverno. Ecco quindi in sintesi ‘l’inganno’ a cui mi riferisco". In che modo allora il settore replica ai capricci del meteo? Si parla tra l’altro da qualche anno di Agricoltura 4.0, attraverso l’impiego di apparecchi di precisione, droni, robot... "L’innovazione e la ricerca in effetti possono consentire per esempio di salvaguardare la fertilità dei terreni, in una fase di cambiamento del clima e in un momento caratterizzato a ogni livello da incrementi anche notevoli di costi. Uno sviluppo tecnologico, comunque nel solco di una tradizione, che permetta ai coltivatori di gestire al meglio l’attività delle piante - conclude il direttore di Coldiretti Siena, Simone Solfanelli - per cercare di limitare il rischio di danni dovuti agli eventi estremi".