Museo dell’agricoltura. Il luogo della memoria che lega le generazioni

E’ nato dall’impegno condiviso di un giovane e di un settantenne. Il messaggio: "Dal passato si crea il futuro. È il senso della vita". .

Museo dell’agricoltura. Il luogo della memoria che lega le generazioni

Museo dell’agricoltura. Il luogo della memoria che lega le generazioni

A Ponzano Superiore, in un piccolo fondo in pietra che si apre sotto le volte del palazzo in cui risiedeva il Podestà, è nato da pochi mesi un museo dell’agricoltura. Un’idea a quattro mani, di due abitanti del luogo, Filippo Calcagnini, 23 anni e Giuseppe Tanca 70 anni. Un progetto reso ancora più significativo dal sodalizio intergenerazionale che ha coinvolto i due ideatori, spingendoli a ricreare un luogo in cui fossero custodite memorie e tradizioni di un mondo ormai scomparso. "Tutta l’idea – spiega Giuseppe Tanca – è nata da Filippo. Io ho avuto solamente il desiderio e il piacere di aiutarlo. Prima, abbiamo liberato la cantina (l’attuale sede del museo), poi, poco alla volta, abbiamo raccolto gli attrezzi e creato questo spazio, piccolo, ma per me molto significativo, non tanto per il suo valore materiale, ma per quello affettivo, perché le tradizioni vanno mantenute, solo così i ricordi non andranno mai persi. Dal passato si crea il futuro. È il senso della vita".

Il museo è stato inaugurato a settembre, in occasione della festa di Santa Concordia. È tutto racchiuso in una stanza dalle pareti in pietra. Lì, oggetti e strumenti di un mondo passato si stringono l’uno accanto all’altro, rendendolo affollato di ricordi, ognuno con una sua storia e un suo significato. Uno squarcio nella vita di Ponzano della prima metà del ‘900, ma allo stesso tempo, rappresentativo di molta parte d’Italia, fatta di piccole province e legata al valore della terra. All’interno c’è davvero tutto: dalla dispensa con il cassone in cui venivano conservati i cereali, al tavolo per il pranzo con tutte le stoviglie, fino agli strumenti legati all’agricoltura e alle professioni di un tempo. "Tutto il materiale – spiega Filippo Calcagnini - viene dal paese. Tante cose ci sono state date da persone del centro storico, altre le abbiamo recuperate nelle campagne. Qualcosa è anche della mia famiglia e di quella di Giuseppe". Tra gli oggetti legati alle professioni, è presente anche un banco da calzolaio. "Era - racconta Filippo - del calzolaio che ha lavorato fino alla fine dell’‘800 in un fondo qui accanto. È rimasto lì, come congelato nel tempo".

E’ un piccolo scrigno di racconti di vita quotidiana, il museo dell’agricoltura di Ponzano Superiore, a cui avvicinarsi con sguardo curioso e l’affetto per le memorie di un recente passato ormai svanito. "Tutta la mia famiglia – spiega il giovane - è di Ponzano. Io sono nato e cresciuto qui. Da piccolo andavo nei campi con mio nonno e mia nonna. Entrambi, dopo che sono andati in pensione, si sono dedicati alla campagna. Vorrei continuare a vivere qui, compatibilmente con le possibilità di studio e lavoro. Penso sia un posto con molte potenzialità". Durante le festività natalizie sarà possibile visitare il museo (Via Chiesa, 4 – Ponzano Superiore) il 24, 25, 26 dicembre e il 6 gennaio, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Maria Cristina Sabatini