
La protesta di Maffei
Anche le associazioni di categoria come la Confcooperative, si stanno attivando con la Sezione Fedagri per cercare un incontro condiviso con le autorità competenti. "Questa mattina mi hanno chiamato da Firenze": a parlare, è Barbara Maffei, l’anima del Centro Agrituristico "Montagna Verde" di Apella, in relazione alla protesta messa in atto dal padre Mario, incatenatosi giorni fa a Monti di Licciana di fronte il distretto Asl servizio veterinario Lunigiana, per contestare il divieto di caccia ai cinghiali per contenere la peste suina. Barbara, è una ingegnere civile, rientrata ormai da molti anni da Milano per collaborare a tempo pieno nell’attività di famiglia. "Si stanno attivando anche i sindaci, stanno per mettere in piedi un incontro con le associazioni di categoria, per vedere se c’è lo spazio per una deroga all’ordinanza con il commissario coinvolgendo quest’ultimo direttamente di persona. Il sindaco Martelloni ci ha chiamato per approfondire la questione, così pure la minoranza ci ha contattati in quanto desidera attivarsi per trovare una soluzione condivisa. Come figlia ed imprenditrice sento che questa sofferenza espressa da mio padre - spiega Barbara Maffei - deve essere declinata ad un importante risultato per questo nostro territorio, per portare ad una soluzione che vada a contenere il problema".
"Da un lato infatti c’è la Psa – prosegue – con le proprie esigenze in materia sanitaria, ma dall’altro vi sono le conseguenze della esplosione della popolazione di cinghiali senza controllo che impatta drammaticamente sull’economia, sull’agricoltura". Il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, è sempre stato in prima linea per risolvere questa pesante situazione: "Solidarietà a Mario Maffei - afferma il primo cittadino -: mi sono nuovamente confrontato con l’ufficio Caccia della Regione dove ho insistito, a fronte dell’assenza di selvatici risultati positivi ormai alla Psa, che sia concessa quanto prima una deroga all’ordinanza commissariale e si proceda con gli abbattimenti. Del resto, faccio presente come - aggiunge - nel frattempo le Case di Caccia si siano attrezzate, così come richiesto a suo tempo dalle autorità, di tutte le strutture atte a conservare e stoccare le carcasse dei cinghiali cacciati. E’ stato quindi speso denaro, tempo ed impegno; ritengo la deroga a questo punto sia dovuta e che al più presto si proceda con gli abbattimenti".
Pure il capogruppo dell’opposizione di Licciana Nardi, interviene sullo scottante argomento: "Massima solidarietà alla situazione di disagio che stanno vivendo Maffei e tutte le aziende del territorio. Una protesta eclatante, ma giusta - afferma Francesco Micheli della lista ’Siamo Licciana’ - ed io sprono il sindaco ad intervenire con apposite ordinanze. Nel prossimo consiglio, proporremo anche l’introduzione di sostegni economici sia per le aziende che per gli agricoltori amatoriali che hanno subito danni dai cinghiali".
"Non mi aspettavo l’iniziativa così forte di mio padre: l’ha fatto per tutelare la sua famiglia - conclude Barbara -, quanto stiamo costruendo e per tutta la nostra gente. Ringrazio La Nazione ed il suo cronista per aver dato voce al gesto di un uomo disperato che, nell’interesse di tutta la comunità, desidera solo difendere la terra dove è nato".
Roberto Oligeri