Cinque ‘montagne’, un’unica grande protesta. Sono pronti a scendere in piazza a migliaia sabato 28 settembre per manifestare sotto la sede della Regione Toscana a Firenze, a partire dalle ore 15, con l’obiettivo di stimolare le coscienze, "a difesa delle montagne toscane, per opporci alla distruzione di alcune delle ultime frontiere di biodiversità e di selvaticità del territorio italiano, scrive il Coordinamento dei Comitati Territoriali delle Cinque Montagne, ossia Apuane Libere, Comitato Tutela Crinale Mugellano, Comitato Val di Lima e Val Fegana, Custodi degli Alberi e del Suolo, Movimento Pratomagno Senza Asfalto.
Nel mirino ci finiscono politica e interessi economici, il ‘capitalismo’ colpevole, secondo gli organizzatori della protesta, di distruggere l’ambiente e la montagna per i propri interessi economici: "Conosciamo molto bene i metodi e i fini del capitalismo. La dimensione di questo impatto si vede plasticamente nelle Alpi Apuane, laddove l’industria estrattiva spolpa da decenni le montagne per ricavare per lo più ormai polvere di carbonato di calcio, utilizzata addirittura per fare dentifrici" sottolinea ancora il Coordinamento. Le altre ‘montagne’ sono quelle in Mugello, a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la Montagna Pistoiese, Pratomagno, sentieri antichi e boschi vetusti distrutti nella Valle del Serchio, in un’area contigua alla Riserva dell’Orrido di Botri.
"Costi per decine di milioni di euro – attaccano -, sottratti al nostro benessere. Perdite incalcolabili e non recuperabili in termini di biodiversità ed equilibrio ecosistemico, giustificate da uno sbandierato ma irreale ‘progresso’. Valga per tutti il caso delle cave: 1.000 impiegati oggi dai 16.000 degli anni ‘50, da 150 a 10.000 euro a tonnellata all’industria del marmo, solo 5 euro a tonnellata al Comune di Carrara per le concessioni. Ci siamo opposti nei nostri territori con tutte le forze, abbiamo costituito comitati, organizzato assemblee e manifestazioni con centinaia di persone, promosso raccolte firme, sottoposto accessi agli atti e osservazioni tecniche, costretto gli esecutori dei progetti a procedure amministrative più stringenti, ottenuto pareri contrari da parte di Sovrintendenze ed enti di tutela del territorio. Nulla è valso a far rimeditare i propositi. È mancato qualsiasi reale ascolto, ogni occasione è stata buona per svilire o limitare la forza della nostra protesta. Per questo, per altro, per tutto – concludono - chiediamo di partecipare alla manifestazione di sabato 28 settembre. Giù le mani dalle montagne toscane".