Massini, i sogni non sono desideri

Al via la stagione di 'Leggere per non dimenticare'

Stefano Massini

Stefano Massini

Firenze, 10 ottobre 2018 - «Il libro? E’ stato una specie di tentativo di portare luce nell’ombra di noi stessi. I sogni sono la nostra attività clandestina e mi ha sempre impressionato quello che scriveva Freud». Stefano Massini, torna a Firenze, la sua città da ‘signor’ autore a tagliare il nastro, oggi alle 17.30 alla Biblioteca delle Oblate, della rassegna «Leggere per non dimenticare» ideata da Anna Benedetti. Parlerà di questo suo esimo successo, «L’interpretatore dei sogni», Mondadori.

Massini perchè indagare il sonno?

«Siamo portati a camuffare i sentimenti con metafore grottesche e sogniamo cose contorte e pure distorte. Non abbiamo coraggio di esprimere l’altissimo grado di verità che nascondono i sogni. Una verità così grossa che arrivi a non avere coraggio di chiamare la cose con il loro nome».

Valeva la pena sfruculiare?

«Una verità è da essere indagata. E’ una cosa potente, è un grande trattato quello che ha scritto Freud, che ha cambiato la scienza e intrisa da profonda umanità. E’ arrivato a creare teorie grazie al dialogo e al rapporto con gli altri».

E lei?

«Io ho immaginato come potesse avvenire questa specie di catalogo di persone di diversissima estrazione sociale. Chi si aspettava fossero solo pazienti sbaglia di grosso. Freud racconta che fu preso da una ossessione dei sogni di chiunque incontrasse».

Che vedeva Freud?

«Dall’analisi del sogno collegava il vissuto delle persone. Per noi è normale per lui no, ed era una scoperta sensazionale. Era di notte che venivano fuori le paure. Ma raccontate in modo camuffato».

E lei di cosa ha paura Massini?

«Io di niente o forse di tutto. Di sicuro siamo portati, sbagliando, a considerare fuffa i sogni. E sono molto contento di essere a presentare proprio questo libro. Soprattutto dopo il successo che ha avuto la Lehman Trilogy a New York, spettacolo che è arrivato lì con le sue gambe e che ora è a Londra».

Non ce l’ha portato lei?

«No e va benissimo che sia così. La metafora torna calzante, nei confronti dei testi come dei figli: non devi mai essere prevaricante non marcare troppo la vita autonoma da te».

Massini anche in tv i suoi racconti sono un successo non banale.

«La trasmissione PiazzaPulita mi ha colto molto in contropiede. E’ stata una grandissima intuizione di un altro fiorentino, Corrado Formigli».

Cosa le aveva proposto?

«Mi venne a cercare perchè pensava a uno spazio dove uno scrittore doveva raccontare qualcosa. All’inizio ero molto scettico. Poi c’è stato il risultato, il pubblico addirittura mi ferma, mi consiglia, mi fa domande. Allora ho ho capito c’è bisogno di storie».

Il meccanismo?

«Quello del racconto è antico ed è tornato molto più attuale di quanto non sembri. Per questo sto lavorando a un libro in uscita a novembre. Che mi somigli, che scompagini. E che coglierà tutti alla sprovvista».

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