NICCOLO' GRAMIGNI
Cultura e spettacoli

La “Firenze bella e possibile” nel nuovo Quaderno della Fondazione Rosselli

Dalla tramvia al tema sicurezza, l'analisi della città a pochi giorni dalle comunali: “Il turismo tende a espellere i residenti, vorremmo un'inversione di tendenza”, ha dichiarato il presidente della Fondazione Rosselli Valdo Spini. La presentazione il 3 giugno con i candidati a sindaco.

L'analisi della "Firenze bella e possibile"

L'analisi della "Firenze bella e possibile"

Firenze, 31 maggio 2024 – A pochi giorni dalle elezioni comunali, un Quaderno sulla “Firenze, bella e possibile”. A realizzarlo la Fondazione Circolo Rosselli di Firenze (anno XLIV, fascicolo 154), presieduta da Valdo Spini. Il Quaderno sarà presentato il 3 giugno nel corso di un evento in cui parteciperanno anche i candidati a sindaco. Dalla tramvia alla mobilità nel suo complesso, dalle Cascine al tema sicurezza fino al restyling dello stadio Artemio Franchi: all'interno del Quaderno si trovano diversi spunti, con focus anche sul diritto allo studio universitario e sull'economia della Toscana. Il volume contiene gli interventi di Valdo Spini, Severino Saccardi, Massimo Morisi, Annick Magnier, Francesco Gurrieri, Mariella Zoppi, Biagio Guccione, Alberto Di Cintio, Irene Micali, Mario Venturi, Laura Lucchesi, Tommaso Nencioni, Adriano Poggiali e Antonio Comerci. Il Quaderno si pone l'obiettivo di uscire dal consueto dibattito continuità-discontinuità per porre i problemi della Firenze di oggi e di domani. “Firenze si avvia a rinnovare il sindaco e l’amministrazione comunale – afferma Spini -. Molte sono le speranze, non poche le delusioni che talvolta sconfinano in un risentimento che esprime il rimpianto quasi nostalgico per una città di cui ci si sente espropriati. I 'Quaderni del Circolo Rosselli' sono tornati con continuità negli anni a discutere sulle tematiche di Firenze e del suo territorio. Un filo rosso attraversa i vari fascicoli della rivista che hanno affrontato le problematiche della città. Questo filo rosso nasce dalla constatazione che Firenze, nel tempo, ha perso circa centomila abitanti, passando dai 457.803 del censimento del 1971 agli attuali 353.000. Un dato che è frutto, certamente, di una tendenza demografica negativa. Ma soprattutto è dovuto allo spostamento della residenza di tanti fiorentini verso i comuni dell’area metropolitana, motivato da un minor costo delle abitazioni, da servizi migliori, da una maggiore vivibilità del contesto sia per i figli in età scolare che per gli anziani. E ciò dal punto di vista del verde, dell’accessibilità pedonale, da un’atmosfera più comunitaria e quant’altro attiene alla vita quotidiana”. Secondo Spini “negli ultimi vent’anni, inoltre, si è aggiunto prepotentemente un altro fattore: la pressione turistica sempre crescente, che modella una 'sua città' e tende a circoscrivere in ambiti sempre più ristretti, se non ad espellere, la città dei residenti. Quello che noi vorremmo è un’inversione di tendenza, che non può che essere il risultato di tante politiche, urbanistiche generali e settoriali”.