REDAZIONE FIRENZE

Il caso di Borgo San Lorenzo. Due sinistre al ballottaggio. La destra? È l’ago della bilancia

Becchi e Romagnoli si sfideranno alle urne per diventare sindaco, Penni attende le loro mosse. Dialoghi e tentativi di accordo entrano nel vivo, ma c’è chi frena: "Presto per valutazioni".

Il caso di Borgo San Lorenzo. Due sinistre al ballottaggio. La destra? È l’ago della bilancia

di Pietro Mecarozzi

Senza farla troppo lunga: l’essenza della politica italiana, in particolare in questi momenti, è tragicomica. Lambisce orizzonti e protagonisti capaci di vestire maschere fedeli ai manierismi emozionali di altri tempi (lontani e sicuramente più credibili) e capaci di dar vita a trattative, rinfacci, ribaltoni, compromessi e convivenze improbabili. Borgo San Lorenzo ha dato dimostrazione di tutto questo. Come cinque anni fa, sarà ballottaggio. Stavolta però non tra centrodestra e centrosinistra, bensì tra centrosinistra da una parte, con Cristina Becchi, e sinistra dall’altra, con Leonardo Romagnoli, già candidato sindaco nel 2019 quando arrivò terzo con il suo "Borgo in Comune", una formazione che contava Rifondazione Comunista e altri, che oggi si è coalizzato con i Cinque Stelle e con gli ex-Pd che non hanno accettato la candidatura di Becchi.

Una sfida apertissima, che si gioca su una manciata di voti: uno scarto di 170 preferenze separa infatti Becchi (ferma al 38,77%) e Romagnoli (con il 40,63%). Numeri freddi e di cronaca che non rendono, tuttavia, il senso dell’apologo.

Vi chiederete: "E allora?" E allora non finisce qui: perché a fare da ago della bilancia tra pochi giorni sarà l’imprenditrice Fulvia Penni, outsider civica, sostenuta anche dal centrodestra, che ha fermato la sua corsa al 20 per cento di consensi. Su chi sosterrà al prossimo ballottaggio, al momento le bocche sono cucitissime. Ma non è forse la politica la primissima arte del possibile? Penni tra le sue fila conta le liste Borgo Rosso, Borgo Visione e Borgo Missione. Un ventaglio a tre che raccoglie animi e valori agli antipodi: la destra di Meloni, Forza Italia e Lega in Visione; l’estrazione di sinistra, mista a un po’ di ex del M5s (che in questa tornata ha appoggiato Romagnoli), in Rosso; e l’anima popolare, anche qui con un pizzico di grillismo, in Missione.

La lista Penni è quindi una sorta di cattedrale con tanti cardinali, finora intenti, secondo fonti molto vicini alla ormai ex candidata sindaca, a "sbranarsi fra loro". E non è difficile neanche immaginarsi i motivi. Alla corte di Penni si sono presentati in campagna elettorale Marco Rizzo, che fu deputato di Rifondazione Comunista eletto in Mugello (e che correva a queste europee con la poca fortunata sigla Democrazia sovrana popolare), poi Giovanni Donzelli di FdI, Erica Mazzetti di Forza Italia e Stefania Craxi. E quel nome: Borgo Rosso. Difficile da mandare giù per forzisti e meloniani, amato invece da Romagnoli.

Ieri è poi arrivato il carico da Penni, a caldo, dopo la sconfitta, si è detta "estremamente delusa dalla lista politica di centrodestra che la sosteneva". Detto ciò, qualche ambasciatore dallo scudo dem, stando a quanto trapela, si è già fatto avanti timidamente. La risposta non si è fatta attendere: "È prematuro fare queste valutazioni". Mentre da Borgo Rosso tuonano: "È sicuro che il centrodestra borghigiano ha votato il Pd". Chi vincerà? Sicuramente lo spirito di adattamento.