
Alcuni manifestanti allo sciopero generale indetto a Firenze (Pressphoto)
Il territorio dell’Empolese Valdelsa ha risposto presente. È stata altissima l’adesione alla manifestazione regionale per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil a Firenze. Sono partiti tredici pullman con quasi 600 lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate. A questi, fa sapere la Cgil, vanno aggiunte molte altre centinaia di persone che si sono mosse in autonomia, per un numero complessivo che tocca i 1.500 partecipanti empolesi al corteo fiorentino. Un’alta adesione che si è riscontrata in tutti i settori coinvolti. Questi i primi dati: nella manifattura Sammontana 100%, Sicep 73%, Omaer 75%, Irplast 90%, Gruppo Florence 70%. Nei servizi: Aquatempra 100%, Le soluzioni 70%, Unicoop 60%. Negli appalti si è registrata una media sopra il 50% (se si escludono i servizi essenziali garantiti) con punte del 70-80% in Promocultura, nelle mense e nei servizi scolastici. Nei Comuni ben oltre il 50% di media. Nel Comune di Empoli ad esempio si è registrato il 70% di adesione allo sciopero. Negli istituti comprensivi del territorio circa la metà dei plessi sono rimasti chiusi con inevitabili disagi. Chiusi anche altri istituti come la secondaria di Gambassi.
"Aspettiamo i dati definitivi ma le prime notizie ci dicono che le fermate sono state moltissime –
commenta Gianluca Lacoppola, coordinatore Cgil Empolese Valdelsa –. Un grande risultato che ci conferma la giustezza delle nostre ragioni e la consapevolezza di avere i lavoratori e le lavoratrici dalla nostra parte. Oggi il governo è più debole. Probabilmente non darà ascolto alle nostre piazze, ma sicuramente le ha sentite".
Il messaggio di Lacoppola è chiaro: "Il paese reale, le classi lavoratrici che oggi hanno scioperato hanno detto chiaramente che non vogliono rientrare in una politica di austerità – continua –. Siamo stanchi di essere sempre chiamati noi a fare sacrifici, pretendiamo che a farli siano adesso coloro che hanno fatto in questi anni centinaia di miliardi di utili. Servono più sanità e istruzione pubbliche, servono più tutele per chi lavora e per chi è in pensione e investimenti per il rilancio economico del paese".