
Guardia di finanza
Piombino (Livorno), 14 ottobre 2021 - Sequestro da mezzo milione di euro a un imprenditore elbano da parte della guardia di finanza di Piombino per una presunta frode fiscale: sette gli indagati, tra cui un consulente fiscale, e tre le società coinvolte attive nella gestione di residenze sanitarie assistenziali, parcheggi e servizi turistici al porto di Piombino. I profitti ritenuti illeciti erano nascosti all'interno di cassette di sicurezza, poi scoperte dai finanzieri. Si tratta dell'Operazione 'Easy Cash', diretta dalla procura di Livorno e conclusa dalle fiamme gialle di Piombino con il sequestro, in esecuzione di un'ordinanza del gip, all'imprenditore elbano di conti correnti, contante, quote societarie, gioielli e preziosi in oro, un'auto e una villetta all'isola d'Elba, per un valore di mezzo milione di euro, spiegano gli investigatori in una nota. Secondo l'accusa a tanto ammonterebbe il denaro illecitamente conseguito dall'imprenditore con tre società, che sarebbero state gestite però in maniera occulta grazie al presunto utilizzo di 'prestanome' e 'fiduciarie'. L'indagine è partita dalla verifica a una delle tre aziende, da cui è emerso che l'amministratore non sarebbe stato però in possesso di alcuna competenza per svolgere tale mansione e non avrebbe potuto che essere il 'prestanome' di un soggetto occulto, proseguono i finanzieri. A quel punto l'attenzione è stata estesa alle altre due società collegate alla prima da cui sarebbero emersi anche qui, altrettanti amministratori 'fantoccio'. Secondo gli investigatori il principale meccanismo della frode si sarebbe basato su un sistema di false fatturazioni per drenare profitti illeciti, compilate dallo stesso imprenditore indagato, e un sistema di assunzioni simulate di suoi familiari, che sarebbero risultati formalmente dipendenti delle aziende, dietro pagamento di stipendi e buste paga regolari, pur non avendoci mai lavorato. Di fatto in questo modo l'imprenditore avrebbe accumulato liquidità per oltre un milione di euro mentre le imposte evase per effetto della frode e i contributi dei dipendenti non versati ammonterebbero ai 500 mila euro coperti dal sequestro. Maurizio Costanzo