Come far capire agli altri che siamo in pericolo: quali sono i segnali di aiuto

Parole d'ordine, codici e strumenti utili da usare in caso di violenza domestica o in tutte quelle situazioni in cui non possiamo dire chiaramente che abbiamo bisogno di soccorso

Firenze, 9 gennaio 2023 – Segnali che salvano la vita. Come quello concordato tra due amiche  che ha consentito ad una giovane donna di chiedere aiuto quando la lite con il fidanzato ha preso una brutta piega. E non è la prima volta che il peggio è scongiurato grazie a dei codici di aiuto. Quello più famoso è il Signal For Help, ma ce ne sono altri, quali “Chiedi di Angela” o “Mascherina 19”. Ecco, in dettaglio, come funzionano e cosa fare se una persona ci chiede aiuto con uno di questi segnali.

Signal for help 

E' il segnale ideato dalla Canadian Women's Foundation all'inizio della pandemia. E' anche il più noto a livello internazionale. Diventato virale su TikTok, in Italia il gesto è conosciuto anche grazie al contributo della fiorentina Giuditta Pasotto, fondatrice della community Gengle per genitori single, che lo ha spiegato in un video. E' un semplice gesto con la mano. Il palmo viene rivolto verso una persona che sta guardando, quindi viene piegato prima il pollice verso l'interno e poi le altre dita insieme, a formare un pugno. In questo modo, senza parlare, la vittima di violenza o soprusi può chiedere aiuto.

Gli altri codici di aiuto 

Signal For Help non è l'unico segnale di aiuto. Ne sono stati ideati altri. Dal Regno Unito arriva “Ask for Angela”. In questo caso chi chiede aiuto deve parlare, ma con una parola in codice, “C'è Angela?”. Una domanda che può essere rivolta ad esempio al bancone di un locale pubblico da qualcuno che si sente minacciato o in pericolo. Un altra parola d'ordine, ideata durante il lockdown nelle isole Canarie, è “Mascherina 19”, in spagnolo mascarilla 19. Durante la fase di restrizioni le violenze domestiche sono infatti aumentate. Tra i pochi motivi per cui si poteva uscire di casa era andare in farmacia o nei negozi a fare la spesa ed è lì che la donna poteva chiedere una mascherina particolare, la 19. In Francia, invece, si utilizza anche un altro segnale: si può disegnare un punto nero sul palmo della mano e si mostra alla persona alla quale si vuole chiedere aiuto.

Altri modi per sfuggire alla violenza domestica o allo stalking è chiamare la polizia quando si è in un locale pubblico, alzandosi dal tavolo facendo finta di ordinare una pizza. Se siamo in una situazione di pericolo e non è possibile parlare, si può utilizzare su cellulare l'app Where Are U. Permette di chiamare il numero di emergenza europeo 11, inviando automaticamente i dati di localizzazione e le altre informazioni che vengono date al momento dell'installazione, come ad esempio l'elenco dei numeri di emergenza personali da contattare in caso di necessità. E' possibile anche chattare con la centrale operativa 112.

Cosa fare se si vede qualcuno che chiede aiuto 

Se non si conosce la persona che ci ha fatto il segnale, ma ci si rende conto di un pericolo immediato, chiamare il 112 e il numero gratuito antiviolenza e stalking, attivo 24 ore su 24, il 1522. E' possibile inoltre rivolgersi ad un centro antiviolenza o ad un'associazione che si occupa di violenza (l'elenco per la Toscana si trova a questo link). Se invece si conosce la persona, per capire meglio la situazione e non rischiare di esporla a pericoli, è possibile rivolgerle, anche via social, delle domande con le quali può rispondere con sì o no, per esempio: “Vuoi che chiami il 112?”, “Sei in pericolo?”, “Vuoi che ti trovi un posto dove stare?”.