STEFANO CINAGLIA
Cronaca

Una vita di vessazioni. Finisce in carcere perché picchia la moglie: "Dopo Allah hai solo me"

Terni: violenze ininterrotte e l’obbligo di indossare sempre il velo hijab. Ha anche mandato all’ospedale sia la donna che il loro figlio piccolino. Finché lei non ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla polizia

La donna si è rivolta alla polizia (foto di repertorio)

La donna si è rivolta alla polizia (foto di repertorio)

Terni, 17 ottobre 2023 – ”Dopo Allah tu hai solo me e devi fare quello che fa piacere a me". E’ la frase ripetuta continuamente alla moglie, con tono minaccioso, da uno straniero di 49 anni, fanatico religioso, che è stato arrestato dalla polizia per vessazioni, maltrattamenti e violenze verso la donna, costretta a indossare il velo, a uscire solo con lui ed esclusivamente per fare la spesa, a non avere amicizie e alcun tipo di relazioni sociali.

Una sorta di schiavitù che andava avanti da tempo, purtroppo, e che la vittima ha deciso d’ interrompere rivolgendosi alle forze dell’ordine nei giorni scorsi, all’ennesimo episodio di violenza da parte del marito e che l’ha vista finire in ospedale insieme al figlioletto. Botte, infatti, riservate dal padre anche al figlio di appena 3 anni. L’uomo, accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate verso moglie e figlio, è stato fermato dagli agenti della squadra mobile di Terni all’esito di una rapida indagine e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale su richiesta della Procura, che ha coordinato gli accertamenti investigativi.

E’ stata proprio la moglie, ormai disperata, a chiedere aiuto alle forze dell’ordine riferendo che il marito le imponeva, già da tempo, in tono autoritario e intimidatorio, "l’osservanza delle regole della religione musulmana, come l’obbligo del velo Hijab – fa sapere la questura – . Vietandole inoltre di avere amicizie di alcun tipo e ripetendole continuamente: “Dopo Dio tu hai solo me e devi fare quello che fa piacere a me”. 

La donna, confidandosi finalmente con la polizia, ha quindi riferito agli investigatori di non poter uscire di casa se non accompagnata dal marito e unicamente per fare la spesa o per prendere i figli a scuola, oltre a non avere mai soldi a disposizione in quanto totalmente dipendente economicamente dall’uomo, che usava il denaro come ulteriore forma di sopraffazione e di controllo sulla consorte. Per lei nessuna amicizia, tantomeno svaghi di sorta. Una vita d’inferno che la donna ha deciso di stravolgere quando in mezzo alla furia dell’uomo è finito anche il figlioletto.

Il 10 ottobre scorso , infatti, si è verificato l’episodio di violenza che, ennesimo della serie, ha spinto la donna a chiedere aiuto alle forze dell’ordine e a denunciare l’orrore quotidiano: il marito si è avventato brutalmente su di lei e sul figlioletto di soli 3 anni, come detto, ferendoli entrambi e costringendoli a sottoporsi alle cure dei medici. In ospedale alla donna sono state riscontrate lesioni guaribili in dieci giorni e al piccolo in una settimana. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione di una vita di abusi e privazioni imposte dal marito e dal suo fanatismo religioso.