Muore a vent’anni in casa per overdose. Mattia, il dj che nessuno è riuscito a salvare

Il corpo trovato nella sua abitazione in provincia di Firenze. La famiglia aveva cercato in ogni modo di farlo uscire dal tunnel

Soccorsi (foto di archivio)

Soccorsi (foto di archivio)

Firenze, 25 febbraio 2021 -  Morire d’overdose a vent’anni, in casa: un buco su un braccio sembra e per Mattia Laurenza è stata anche la fine dei sogni di dj/producer che si stava facendo apprezzare nel settore. E’ stato trovato così alla Rufina: 118 e carabinieri della stazione non hanno potuto fare niente. Il corpo è stato trasferito a Medicina legale per l’autopsia. La dose l’ha stroncato: letale perché tagliata male, troppo pura o perché Mattia non si faceva da tempo? Lo accerteranno forse gli esami di laboratorio e le indagini sulla provenienza della stramaledetta dose letale. In casa i carabinieri hanno cercato la siringa.  

Nel tunnel c’era entrato presto, Mattia: la famiglia – genitori esemplari che lavoravano sodo – ha fatto di tutto per cambiare un destino ‘segnato’ per quel loro figlio da una confidenza purtroppo eccessiva con gli stupefacenti. Ha chiesto aiuto anche alle istituzioni. Nato nel 1999, Mattia era piuttosto conosciuto in zona. Il suo carattere coi suoi pregi e (come ognuno) coi suoi inevitali difetti, non aveva grandi segreti. Nemmeno per la sua famiglia come detto. I genitori lavoratori dipendenti: la nonna, che a più riprese ha cercato di aiutare il mipote, di orientarlo in una direzione che potesse almeno metterlo al riparo – salvarlo cioè – dalle cose peggiori. Più pericolose. Una tragedia così colpisce tutti, ovunque, a maggior ragione in una comunità dove tutti si conoscono e sono mediamente più vicini al loro prossimo. Il sindaco, Vito Maida, è colpito: "Conoscevo bene Mattia e la sua famiglia e adesso sono davvero avvilito e dispiaciuto. Provo tristezza profonda, mi viene dal cuore e dalla conoscenza del ragazzo, dei suoi genitori, della nonna". Una famiglia per bene, di persone che procedono con dignità, conoscendo il valore del sacrificio, di doversi guadagnarsi il pane, ogni giorno. Una famiglia il cui impegno e dovere si sono estrinsecati anche nei confronti del figlio. Mattia aveva bisogno di consigli, di una guida sicura. I genitori conoscono il sindaco Maida, la nonna è stata più volte in comune a parlare con lui. Per Mattia si era aperta l’opportunità di un inserimento lavorativo, nell’ambito di una cooperativa di servizi chiamata "L’orologio". Quell’impiego poteva rappresentare un’ancora, un modo per indirizzare obiettivi ed impegno. Ma al lavoro Mattia c’era andato poco, tra ritardi, assenze mancanze: praticamente mai iniziato. Molti, specie giovani, i più giorvani, che alla notizia hanno deciso di ricordare Mattia con messaggi, ricordi, pensieri, foto, per lo più tramite i canali social. Un modo anche per elaborare il lutto. Ma è dura di fronte alla tragedia di una morte a vent’anni.  

Leonardo Bartoletti Giovanni Spano