Firenze, 5 aprile 2020 - Scuola, sono arrivati i soldi dal decreto 'Cura Italia' in ogni regione per aiutare la didattica a distanza. Tablet, computer, applicazioni e piattaforme per dialogare tra insegnanti e studenti. Ora questi fondi devono aiutare a non far rimanere nessuno indietro.
Ecco i dati: Toscana quattro milioni e 900mila euro, Umbria un milione e 300mila euro, Liguria un milione e 800mila euro. Ripartiti in tre voci: risorse per piattaforme e strumenti digitali, risorse per dispositivi digitali e combattività di rete e risorse per formazione del personale scolastico.
Ecco come districarsi nella filiera dal governo alle singole scuole e poi alle famiglie per accedere ai fondi. La nostra guida è il deputato fiorentino di Italia Viva Gabriele Toccafondi, già sottosegretario alla Scuola.
Toccafondi, come termina allora l'anno scolastico?
"Sul termine anno scolastico, in classe o a distanza, tutto dipende dalla situazione medica e dal parere del comitato scientifico".
Renzi dice no al 6 politico e chiede una Rai come 'insegnante'.
"Renzi ha fatto bene a sottolineare due punti: la cultura del 6 politico non ci piace e non aiuta, non aiuta neppure la didattica a distanza. Perché un ragazzo dovrebbe impegnarsi se qualcuno ipotizza di non valutare? È giusto anche pensare a una qualche apertura scolastica e pensiamo agli esami di maturità e terza media del 17 giugno. L'esame non lo difendiamo perché è un totem o un passaggio burocratico ma perché è passaggio educativo che rimarrà per sempre. La Rai del servizio pubblico è stata latitante in queste settimane per la scuola e per i ragazzi. Più volte abbiamo chiesto la modifica dei palinsesti perché 10 milioni di ragazzi da un mese sono a casa e loro sono andati avanti con talk, reality e repliche".
È ora che si pensi a ripartire anche per la scuola.
"Per metà settembre prossimo e il rientro a scuola dobbiamo pensarci adesso. Il rischio zero non ci sarà e forse neppure il vaccino. La politica deve ascoltare, dialogare con le famiglie, con i docenti anche con i medici ma poi decidere. Certo è che con verifiche, controlli oltre a distanze sociali e mascherine dobbiamo riprendere prima o poi ad uscire, lavorare e fare scuola. Pensiamo oggi a questo percorso".
Filiera dei contributi. C'è un modello per fare domanda per i fondi?
"No, non c'e un fac simile. C’è stato un gran lavoro di dirigenti, docenti segreterie sulle fasce Isee e contatti singoli con telefonate ai genitori".
Quindi è in primis la scuola che contatta le famiglie o ci vuole la richiesta dalla famiglia alla scuola? Questi sostegni informatici quando è presumibile siano nella disponibilità degli studenti che ne hanno bisogno?
"La scuola, che ha la fotografia della situazione, contatta le famiglie. In questo mese i docenti hanno visto chi ha materiale e chi no. Chi ha connessione e chi fa fatica. I soldi sono già arrivati, già spesi e in alcuni casi materiale già dato! Siamo riusciti a demolire la burocrazia".
Tutto liscio quindi?
"I problemi ci sono: la disponibilità di apparecchi nei negozi di materiale informatico e c'è il problema paradossale della consegna. Il Provveditorato chiede aiuto ai Comuni e alla Protezione civile ma non sempre c’è disponibilità".