La rinuncia che brucia E un futuro in bilico

Parliamoci chiaro, non è un bel segnale. La stragrande maggioranza dei club di serie C farà i play off nonostante le difficoltà dei tamponi e i problemi di sicurezza. L’Arezzo no, l’Arezzo si ferma anche in modo poco chiaro e poco comprensibile, rinunciando a priori a quella che sarebbe stata comunque un’opportunità per provarci. Vero, la promozione in B tramite play off è un terno al lotto, ma di sicuro se al lotto non ci giochi il tuo numero non uscirà mai. Oltretutto il lungo stop del campionato, la sosta forzata dei giocatori, la situazione per certi versi surreale del movimento calcistico italiano hanno cambiato le carte in tavola anche dal punto di vista tecnico. E non è affatto detto che chi oggi è nono o decimo non possa competere ad armi pari con le squadre che lo sopravanzano anche di parecchio. Siamo dunque molto preoccupati perchè la rinuncia ha poche spiegazioni tecniche, possono esserci motivazioni mediche ma se gli altri giocano vuol dire che si può. Il segnale che arriva è piuttosto quello di una situazione economica difficile al punto da poter ipotizzare che la vera partita, più ancora dei play off, sarà quella dell’iscrizione al prossimo campionato. Giorgio La Cava ha fatto molto per la causa amaranto e non possiamo onestamente chiedergli di svenarsi per continuare da solo in questa avventura. Ha bisogno di un aiuto dall’imprenditoria della città anche se ci rendiamo conto che i tempi non sono così propizi. Ma l’Arezzo non può permettersi di fallire un’altra volta. Sarebbe la fine.

sergio rossi