Sanremo, Rancore nella top ten: bissa il premio Bardotti, terzo per la critica

Il rapper vince per la seconda volta il trofeo del miglior testo, suo nel 2019 insieme al "Mia Martini". E il pezzo già vola nelle radio e nello streaming

Il premio a Rancore

Il premio a Rancore

Arezzo, 9 febbraio 2020 - Rancore raddoppia i premi e il berretto. Non contento del cappello che lo accompagnato per tutto il festival, stavolta sfoggia anche il cappuccio, pronto da tirare su in una serata dove i colpi volano bassi. Il più basso di tutti lo mette a segno Sky Tg 24: come tutti i giornalisti riceve all'una e un quarto il risultato del festival "sotto embargo", ovvero con l'impegno a non comunicarlo prima dell'annuncio di Amadeus. E invece lo manda nel sottopancia dello schermo,. scatenandoi la bagarre.

Ma Rancore no. Il suo risultato finale è certo e pubblico sempre dall'una e un quarto: quando la classifica generale lo piazza al decimo posto assoluto. E grazie a lui la Woodworm, l'etichetta discografica aretina, per la prima volta entra nella top ten. Non c'era riuscita un anno fa nè con Motta, allora quattordicesimo, nè con The Zen Circurs, allora al diciassettesimo posto. Sì, Rancore nel 2019 era stato sesto in classifica generale, però allora era stato un riconoscimento andato in prima battuta a Daniele Silvestri, che lui aveva affiancato.

Stavolta ci riesce da solo il rapper romano, mamma egiziana e padre capitolino, tifoso giallorosso perfino dopo la sconfitta in casa contro il Bologna. E ci riesce malgrado la giuria demoscopica lo abbia appesantito come una mongolfiera in fase di atterraggio. Era uscita ventiduesimo dalla serata affidata solo ai misteriori 300 giurati "rappresentativi". Sbuca al decimo posto dopo l discesa in campo di orchestra, sala stampa e televoto.

Un'escalation la sua che era stata già suggellata all'inizio della finale. Perché è il momento nel quale viene composta la classifica delle prime quattro serate. E a quel punto Rancore è novo, forte dell'ottavo posto nei duetti e del settimo per la sala stampa. Sa anche lui che nel sabato sera sarebbe tornata a galla la sua "nemica", la giuria demoscopica e forse era psicologicamente preparato a fare il passo di gambero: e lo fa ma solo di un metro, scivolando al decimo.

Forse per questo aveva adottato il secondo cappello, il famoso cappuccio. Che gli è tornato comunque comodo anche contro il freddo: anche se era febbricitante alla vigilia, il sorteggio e gli "dei della musica" lo mettono comunque in scaletta all'ultimo posto. Il resto d'Italia dorme, chi a letto e chi davanti al teleschermo. Sanremo no, nelle strade, nelle piazze, nei locali che preparano i piatti per le feste finali che verranno. Però fa freddo e il doppio cappello gli torna comodo.

A quel punto si infila nel giochino dei doppioni. Perchè mentre l'Italia non dorme più ma si gira sul letto per ricominciare a farlo, ecco arrivare il premio Bardotti, quello del miglior testo. Gli è andata bene: la moglie del celebre paroliere aveva minacciato di togliere il nome del marito dal trofeo, offesa dalla presenza in concorso di uno dei cantanti più contestati. Lo ha lasciato e Rancore ha salvato il premio.

Anzi, lo ha bissato. Perché lo aveva vinto un anno fa insieme a Daniele Silvestri: allora lo aveva accompagnato con il premio della critica Mia Martini, stavolta andato allo stesso Diodato (che il nome lo abbia favorito?) che ha trionfato nella classifica generale. Ora emerge che in quello stesso premio della critica Rancora è comunque salito sul podio, terzo solo allo stesso Diodato e a Toscana. E a memoria è il primo autore di testi a vincere due volte in una categoria che è lì, al confine tra la musica e la poesia.

Ma le reazioni sono entusiaste. E del resto se quel premio fosse andato a qualcun altro sarebbe stato come far vincere i mondiali di basket ai sette nani, simpatici ma lontani, lontanissimi dal canestro: la superiorità di quel testo era stata indicata da tutti i critici e non solo perché in assoluto il più lungo.

Un premio che vede tra i suoi predecessori Fiorella Mannoia. Però tra le pieghe c'è un piccolo precedente aretino: nel 2013 era stato Il Cile a vincere il premio Bardotti ma in quel caso per il miglior testo tra le nuove promesse del festival.

Ora comincia l'altro festival: perché un anno fa gli artisti Woodworm, pur apprezzatissimi, erano rimasti comunque un po' indietro sia nelle presenze radiofoniche che nella classifica dei singoli. Per ora Rancore vola sia su Spotify che nelle programmazioni sulle radio: ma qui la partita è ancora lunga.

Come quella della Woodworm: che festeggia il risultato al Tahiti di Sanremo, lasciando la vetrina anche a "The Fast Animals", un altro dei suoi gruppi che avrebbe voluto essere tra i concorrenti. I risultati di Rancore fanno scouting anche se Sanremo non è il momento adatto per allargare la scuderia. E manca "La Rappresentante di Lista", la cui interprete Veronica Lucchesi è stata una delle rivelazioni nella serata dei duetti.

La cantante garantisce ora a Woodworm anche l'esordio televsivo: sarà una delle protagoniste del "Cacciatore 2", la fiction che parte la settimana prossima sulla Rai. Mentre Arezzo la aspetta ora al Mengo estivo, il festival che raccoglie la meglio gioventù Indie ma a questo punto anche i migliori artisti di una casa discografica con la quale il mondo musicale ormai deve fare i conti: a cominciare dal raddoppio. Dei cappelli e dei premi.