L'ultimo gol di Bobo Vieri: fa il deejay, guida le danze al Principe

Il bomber, fresco padre, ha avviato una nuova carriera fatta di serate nei locali: e il 25 sarà il protagonista al Principe di un'attesissima serata

Bobo Vieri in discoteca

Bobo Vieri in discoteca

Arezzo, 16 gennaio 2019 - È diventato padre di recente e forse, per amore vero di una ex velina (l’ennesima, forse l’ultima, della sua luminosa carriera da tombeur de femmes) sembra aver messo la testa a posto. Ma Christian Vieri si è sempre mosso con disinvoltura in una pista da ballo come in area di rigore. La passione per il mondo della notte non lo ha mai abbandonato, nemmeno a 45 anni e con una figlia, Stella, di appena due mesi.

Tanto per onorare la storica frase di Marcello Lippi «tra Bobo e Pippo Inzaghi di discoteche ne hanno chiuse tante», l’ex attaccante della Nazionale e delle squadre più importanti d’Italia venerdì 25 gennaio sarà ad Arezzo nella nuova veste di deejay. Si esibirà infatti al Principe di via Newton, zona Pratacci, in una serata (la prima in Toscana) in cui sarà accompagnato da Luca Cassani in consolle, dalla voce di Lara Caprotti e dalla tromba di Stefano Serafini.

Un’esperienza nata solo qualche mese fa con già una decina di serate all’attivo in giro per l’Italia e giudizi decisamente positivi per la seconda vita di uno dei talenti più puri del calcio italiano. «Ho sempre fatto ciò che mi diverte e continuerò – ha spiegato Bobo Vieri a chi gli ha chiesto i motivi della nuova avventura musicale – se a 18 anni giocavo negli stadi davanti a decine di migliaia di persone, non mi spaventa certo esibirmi ora in discoteca».

L’idea è nata d’estate al Pineta di Milano Marittima, uno dei locali che lo ha visto spesso protagonista in pista: i responsabili lo hanno spinto a provare, dicendogli che poteva davvero fare il dj. Vieri alll’inizio era scettico, con la classica diffidenza da toscanaccio anche se è nato a Bologna e cresciuto in Australia: «Ho cambiato idea a Ibiza – racconta ancora l’ex Bobo-gol – alla discoteca Ushuaia dove suonava l’amico Andrea Oliva.

Sono andato in console, la gente che mi conosceva ha iniziato a urlare “Bobo dance”, lì ho deciso di provarci. Non sapevo fare un granché, quindi ho studiato molto. Mettere, togliere, mille bottoni: un bordello. All’inizio andavo a dormire col mal di testa. È stata dura partire da zero ma ora ho imparato un po’ di cose e adesso intorno a me è nato un vero progetto:non ci sono solo io a suonare, sono affiancato da un team che include vocalist, trombettista e produttore».

Nulla di così serio però: «Non ho pretese, non ho aspirazioni. Voglio solo divertirmi. E lo sto facendo». Non resta che scoprire al Principe se Christian con i dischi ci sa fare come con il pallone...