Al ballottaggio orfani dei big: lo stop del centrodestra e in dubbio anche Zingaretti

La sua coalizione punta sulla capacità carismatica di Ghinelli di uscire vincente dai faccia a faccia con Ralli, che però ci crede. Resta il rebus dei voti di Donati

Ghinelli e Ralli

Ghinelli e Ralli

Arezzo, 28 settembre 2020 - Il ballottaggio è già al giro di boa. Cinque giorni sono passati dalla proclamazione dei voti del primo turno, che ha mandato allo spareggio il sindaco uscente del centrodestra Alessandro Ghinelli e il medico del centrosinistra, Luciano Ralli, e cinque ne mancano al silenzio elettorale di venerdì prossimo a mezzanotte.

Di sicuro, dopo una domenica uggiosa di pioggia che certo non spingeva ad andare in piazza, c’è solo che apparentamenti non ce ne saranno, come del resto nessuno se ne attendeva. Il termine ultimo è trascorso senza che venissero strette alleanza organiche, bisognerà vedere se ci saranno indicazioni esplicite di voto a favore dell’uno o dell’altro. In realtà, l’unico che ancora può fare da ago della bilancia con una dichiarazione che provi a orientare i suoi elettori è il terzo arrivato Marco Donati.

I 5 stelle, infatti, hanno già fatto sapere che lasceranno libertà di voto, anche se emerge un’ala governista pronta a turarsi il naso e scegliere Ralli, il resto è fatto di coriandoli, come Fabio Butali, il vigile frondista di destra che dice di tenere la porta aperta a Ghinelli, ma quest’ultimo ha già fatto sapere che non busserà.

Ci sarebbe anche l’1,5 di Daniele Farsetti, civico ex grillino, ma anche se dovesse arrivare un endorsment pro-Ralli, che non è affatto sicuro (si aspetta l’esito di una riunione della lista) non basterebbe a spostare gli equilibri. I due partiti comunisti per ora non hanno fatto alcun appello al voto utile. I due pacchetti di voto decisivi, dunque, restano quelli di Donati e dei 5 stelle.

Sono 6300 voti che teoricamente, se andassero tutti da una parte (ma pare impossibile) potrebbero cambiare il senso della corsa e però, per quelli di Donati almeno, bisognerà ancora aspettare. Ieri l’ex deputato si è preso una pausa dedicata a un consiglio di famiglia, ma prima di altre 48 ore non ci saranno indicazioni esplicite, nè verso Ralli, che pure in quel tesoretto ci spera perchè dice che viene dal centrosinistra, nè verso Ghinelli, che si è fatto rilasciare dalla sua coalizione un mandato in bianco a trattare.

Donati ha già fatto sapere che non vuole poltrone, nè in giunta nè nelle aziende partecipate, il suo disegno è piuttosto di crearsi una prospettiva politica per il dopo, anche in vista delle comunali 2025. E’ qui che si gioca probabilmente la partita del suo appoggio. Quanto alla campagna elettorale, il centrodestra ha già deciso che non chiamerà nessun big nazionale, per non politicizzare la sfida e rischiare un effetto Ceccardi.

Dunque niente Salvini, Meloni e Tajani, in primo piano c’è Ghinelli contrapposto a Ralli: scelgano gli aretini chi è il più carismatico, credibile e capace di governare. E nella coalizione non ci sono troppi dubbi che il sindaco sappia uscire vincente dai prossimi faccia a faccia, fra cui quello organizzato da La Nazione e Ascom mercoledì sera al Palaffari.

Anche nel centrosinistra si sta valutando proprio in queste ore se calare sul tavolo l’asso Zingaretti, il segretario nazionale del Pd uscito politicamente vincente dalle elezioni, oppure se tenere un profilo più basso per non mobilitare gli aficionados dell’altra parte.

Potrebbe insomma essere un ballotaggio senza grandi nomi di richiamo (a parte il ministro Paola De Micheli che sarà qui giovedì), anche se Luciano Ralli può sempre contare sulla carta Giani, il neogovernatore che tornerà martedì e venerdì a chiudere la campagna elettorale. Vincesse il medico che parte sfavorito, per il presidente sarebbe più difficile negare il posto a un assessore aretino.