Acqua pubblica. Bocciata la mozione dei 5 Stelle di Cavriglia. Ed è polemica

"Se il documento fosse stato approvato avrebbe stabilito definitivamente che l’acqua è un bene di diritto pubblico, e non una merce, anche se gestito da privato", ha detto il capogruppo Secciani.

Massimiliano Secciani

Massimiliano Secciani

Arezzo, 10 maggio 2021 - Il movimento 5 Stelle di Cavriglia ha espresso rammarico per il non accoglimento, in consiglio comunale, della mozione sulla questione “acqua pubblica”, presentata in collaborazione con il Comitato Acqua Bene Comune. I pentastellati hanno sottolineato che il documento, se approvato, avrebbe implementato due articoli allo statuto comunale, ma avrebbe soprattutto stabilito definitivamente che l’acqua è un bene di diritto pubblico, e non una merce, anche se gestito da privati. “Durante le due accese tornate della Commissione Statuto e Regolamento precedenti al consiglio – ha spiegato il capogruppo Massimiliano Secciani – ci era stato da subito chiaro ed evidente che per loro era assolutamente improponibile modificare lo statuto per inserire i due articoli, che avrebbero rafforzato e forse blindato definitivamente sia la proprietà degli impianti, sia l’acqua stessa. Avremmo così difeso i beni comuni come l’acqua contro le privatizzazioni sconsiderate, perché per noi è sacrosanto che il servizio idrico torni ad essere un bene pubblico senza scopo di lucro. Anche se siamo un piccolo comune di 9600 anime – hanno aggiunto i 5 Stelle – possiamo fare la differenza solo se prendiamo decisioni e facciamo scelte coraggiose e lungimiranti”. “Questa presa di posizione della nostra amministrazione di “pseudo” sinistra -ha detto ancora Secciani – fa capire fondamentalmente tre cose: la prima è che aldilà delle belle parole che sempre spendono sul tema, non hanno il coraggio di mettersi contro ad un sistema radicato e conclamato che vede l’acqua come una merce a scopo di lucro. La seconda è quella che, pur dichiarandosi moderatamente contrari, non intendono agire contro la costituzione di una multiutility. Uno strumento evocato da organi di stampa, dal Sindaco di Firenze Nardella, dal senatore Renzi e “benedetta” dal presidente regionale Giani, che darebbe inizio ad un percorso pericoloso di privatizzazioni in Toscana dei servizi primari senza via d’uscita, rendendo perciò in modo definitivo l’acqua un bene per creare profitto anche contro le ultime linee guida dell’Onu”.

“La terza, e forse la più importante – ha continuato il movimento – è la totale assenza di interesse nel creare un tavolo di lavoro in tempi brevi tra i sindaci e le forze politiche della vallata valdarnese. Questo incomprensibile immobilismo farà sorgere problematiche come è successo per i rifiuti urbani, vedi la questione sulla discarica di Podere Rota. Il tavolo di lavoro, a nostro avviso, dovrebbe essere fatto per costituire una azienda speciale, cioè un “Azienda consortile a diritto pubblico” e non privato. Questo permetterebbe – ha concluso Secciani – di assorbire le competenze e la forza lavoro dell’attuale gestore, prendendo in carico la gara d’appalto che ci sarà nel 2024 ed il sistema di ammortamento delle quote, evitando di distribuire gli utili, o almeno solo in parte, in modo da pagare il riscatto della gestione del servizio integrato dell’acqua in pochi anni, lasciando le bollette invariate. Ribadiamo che la volontà di muoversi solo a fatti avvenuti, denota una certa ottusità di fondo che non rispecchia il nostro modo di fare politica”. I 5 Stelle hanno comunque ribadito che collaboreranno insieme ai comitati per l’acqua pubblica per proporre e aprire altri confronti propositivi tra i cittadini valdarnesi.