Missione mancata: l'opera di Papacello resta all'estero, salta l'acquisto all'asta in Usa

Si era formata una cordata per riportarlo a Cortona ma c'è stata un'offerta di 135 mila dollari che ha spiazzato i possibili acquirenti. La predella era al Calcinaio

Un particolare della predella di Papacello

Un particolare della predella di Papacello

Arezzo, 2 febbraio 2019 - La predella del Papacello non tornerà a casa. Il capolavoro d’arte della storia cortonese è andato all’asta a New York per un valore pari a 135 mila dollari comprese le commissioni e le spese di diritti legali. E’ stata acquistata da un collezionista d’arte straniero che ha rilanciato la base d’asta di 40 mila dollari con un’offerta economica importante, perché rimasto affascinato dall’opera un tempo al piede del quadro dell’Assunzione della Vergine custodito nella chiesa di S. Maria delle Grazie al Calcinaio di Cortona.

A nulla è valso, purtroppo l’impegno di numerosi cortonesi per riportare il dipinto cinquecentesco in città. Grazie all’interessamento dal quindicinale cortonese L’Etruria, infatti, era stata organizzata in poche settimane una cordata di associazioni, aziende e privati cittadini disposti a farsi carico del costo di acquisto del bene artistico.

Il gruppo era formato dall’Accademia Etrusca, dall’associazione Amici del Calcinaio, Associazione Organi Storici di Cortona, Banca Cras di Terontola, dall’imprenditore edile Stefano Carresi, da privati cittadini come Daniele Simonelli e Patrizia Gnerucci e da Fabrizio Moretti antiquario di Firenze. La joint venture aveva raccolto una cifra equa per tentare l’acquisto, ma il rilancio del collezionista straniero non ha avuto rivali.

La predella era stata studiata e scoperta all’asta dallo storico cortonese Daniele Simonelli che l’aveva ricondotta alla mano di Papacello al secolo Tommaso d’Arcangelo Bernabei allievo del cortonese Luca Signorelli confermando anche il legame tra l’opera e il quadro dell’Assunzione della Vergine del Calcinaio. «Ci abbiamo provato fino all’ultimo – ha sottolineato il direttore de L’Etruria – e ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno dato la loro generosa disponibilità all’acquisto dell’opera, segnale importante di attaccamento alla città e alla sua storia».