Dopo 61 anni tornano in Fraternita le opere conservate al Museo Medievale

Il primo ad arrivare è il dipinto che raffigura l'acquedotto vasariano e proprio nei prossimi giorni, finito il restauro, tornerà a zampillare la fontana di Piazza Grande

quadro fraternita

quadro fraternita

DOPO 61 ANNI tornano nel Palazzo della Fraternita dei laici le opere d’arte conservate al Museo medioevale. Il magistrato e il primo rettore, Pier Luigi Rossi, hanno accolto ieri mattina in Fraternita la prima opera d’arte trasferita dalla sede del Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Si tratta di un olio su tela di Giovan Battista Girelli, pittura commissionata dalla Fraternita nel 1683 e rappresentante la Collina di San Fabiano e il paesaggio attorno della campagna aretina a nord della città, con evidente presenza degli Archi Vasariani. Un’ opera d’arte che ha anche un valore di documentazione topografica dell’Arezzo del Seicento. Custodita per secoli nel Palazzo di Fraternita, nel 1956 fu trasferita nella sede del Museo Statale di Via San Lorentino, dove è rimasta fino a ieri.

Un ritorno reso possibile dalla collaborazione di Stefano Casciu, Direttore del Polo Museale Toscana, di Michele Loffredo direttore del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo e del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli.

La pittura è stata collocata in una grande sala al primo piano di Fraternita dedicata all’acquedotto vasariano.

NEI PROSSIMI GIORNI inoltre sarà inaugurato il restauro degli Archi Vasariani, con il ritorno definitivo, dopo anni, dell’acqua in Piazza Grande. Per celebrare la fine dei lavori il primo tettore e la rettrice Daniela Galoppi assieme al Magistrato di Fraternita hanno deciso di raccogliere tutta la documentazione pittorica e cartacea riguardante l’acquedotto vasariano in possesso di Fraternita per allestore una mostra.

La costruzione dell’acquedotto e l’arrivo di acqua corrente dalla piana di Cognaia in città agli inizi del ‘600 furono un evento storico, vissuto con entusiasmo dal popolo di Arezzo, fu il frutto di una opera di misericordia: dava acqua agli assetati, in linea con i valori della più antica e autorevole istituzione pubblica aretina.

Ma il ritorno a «casa» delle opere di proprietà della Fraternita non finisce qui. Nelle prossime settimane altre dodici opere firmate, tra le altre, da Bartolomeo della Gatta, Rossellino, Spinello Aretino, sempre al Museo medievale, in accordo con il Comune di Arezzo e il Polo Museale della Toscana, ritorneranno nel palazzo di Piazza Grande per essere esposte in una mostra.