Lega al bivio, parte la sfida. Partita aperta nei Comuni. Il rebus candidature

Luca Baroncini nuovo leader toscano. Sarà affiancato anche da Casucci. Le mosse aretine sullo scacchiere elettorale. Il nodo Cortona, il caso Polcri.

La Lega riprende il filo. Dal congresso regionale esce un nuovo segretario "incoronato" a larghissima maggioranza. Luca Baroncini, già commissario federale, riceve il sigillo degli iscritti davanti al leader Matteo Salvini, in riva d’Arno. Un passaggio fondamentale per rinsaldare le fila del partito e rilanciare l’azione politica in vista delle prossime tornate elettorali: dal voto nei ventisei comuni aretini, alle europee, con l’orizzonte già proiettato al 2025: doppia sfida, per il comune di Arezzo e per la Regione. Tappe serrate. Dal congresso regionale esce anche il direttivo toscano che affiancherà Baroncini nel suo mandato. A rappresentare il partito aretino è stato eletto Marco Casucci, vicepresidente dell’assemblea toscana. Un plus per i leghisti aretini, da capitalizzare nelle fasi cruciali che verranno.

Tuttavia l’attivismo del Carroccio aretino mostra una marcia a più velocità. A Cortona i leghisti scelgono di restare in stand by, magari in attesa delle indicazioni dei vertici regionali e delle decisioni del tavolo toscano del centrodestra, di fatto la linea rischia di avvitarsi su se stessa.

Il sindaco Meoni ha già preparato la corsa alla testa della "sua" civica, ma le forze della coalizione non marciano unite. E la Lega, per ora, decide di non decidere. Lo farà, è presumibile, dopo l’accelerata dell’assise toscana. A Castiglion Fiorentino il Carroccio parte in sprint, sorpassando gli alleati: ok netto al candidato di Libera Castiglioni, quello per intendersi, designato alla non facile successione a Mario Agnelli (a meno di sorprese sul terzo mandato ai sindaci nei comuni al di sotto dei quindicimila abitanti). Qui la corsa si gioca tra quattro contendenti.

Ma è su Arezzo che il Carroccio prende misure e distanze dal resto della coalizione, lanciandosi in un movimentismo a due marce. Il caso Polcri è emblematico: il lungo braccio di ferro con le forze del centrodestra per il sostegno al presidente della Provincia, la rottura con l’inversione a "u", cioè all’opposizione e il caso nel caso, quello di Cinzia Santoni, hanno segnato un andamento "mosso" del Carroccio e creato non pochi maldipancia tra gli alleati.

L’ultimo strappo in ordine temporale, riguarda l’addio con l’accuse di dieci iscritti al partito di Salvini, con in testa proprio la consigliera provinciale finita al centro della tempesta leghista. Nella prima fase ha seguito il no leghista a Polcri, poi ha fatto dietrofront. Fino alle dimissioni insieme ad altri colleghi di partito che bocciano il metodo di governo. Un caso scoppiato proprio alla vigilia del congresso regionale.

Ora il partito ha consolidato la struttura nella filiera della leadership provinciale e toscana. Sarà interessante vedere come i vertici aretini si muoveranno nel delicato puzzle delle candidature per i comuni al voto. È una partita ancora tutta da impostare ma nella quale, ma giudicare le mosse, la Lega vuole giocare da protagonista.

Lucia Bigozzi