"In trincea con i ragazzi". Un operatore di strada al fianco della movida. Il racconto delle notti

Norelli sul campo: "I più sono seri, ma l’età dei primi bicchieri è calata". Tra alcoltest e consigli. Fentanyl? "Nessun segno, però il rischio esiste".

"In trincea con i ragazzi". Un operatore di strada al fianco della movida. Il racconto delle notti

"In trincea con i ragazzi". Un operatore di strada al fianco della movida. Il racconto delle notti

di Gaia Papi

AREZZO

"Un mondo tra il virtuale e il reale. E’ quello vissuto dai ragazzi, una condizione che spesso li porta a perdersi. Per aiutarli serve un’alleanza vera tra adulti, educatori, genitori, assistenti sociali, con un lavoro continuo a scuola e per strada ". Lui, Roberto Norelli vicepresidente dell’associazione D.O.G., Dentro l’orizzonte giovanile, ma soprattutto operatore di strada, ovvero colui che mette in rete i bisogni delle persone che vivono in strada con i servizi del territorio, ce la mette tutta. In strada con i suoi ragazzi ha creato stabilità e continuità di relazione con i giovani. "L’età di avvicinamento all’alcol è diminuita, come quella di chi frequenta le discoteche, ormai si va a ballare già alle scuole medie" racconta. "Il nostro impegno è fare informazione e prevenzione sull’abuso di alcol. Per far questo andiamo dove i giovani si aggregano, piazze piuttosto che discoteche, e proponiamo loro di fare l’alcol test o utilizzare degli occhiali che simulano lo stato di ebbrezza. Il resto è fatto di comunicazione e monitoraggio, anche perché oramai ci conoscono e riconoscono".

Questo è fondamentale…

"Tante volte siamo riusciti a risolvere situazioni potenzialmente pericolose solo perché sanno chi siamo e come lavoriamo".

Come reagiscono i ragazzi?

"Spesso sono loro all’uscita delle discoteche a venire a fare l’alcoltest prima di mettersi alla guida. Si è instaurato un rapporto di fiducia. Ci riconoscono anche per i numerosi corsi che facciamo nelle scuole. Qualcuno di quei giovani è poi diventato operatore di strada o peer educator. Il ruolo formale nelle scuole unito a quello informale nelle piazze porta ad una stabilità delle relazioni fra noi e i giovani".

Il mondo è cambiato negli ultimi venti anni...

"Ci vogliono nuovi linguaggi e la capacità di calarsi nel loro mondo, perché altrimenti si rischiano distanza e incomprensione. Proprio per questo facciamo sempre riferimento alla scuola, quale agenzia educativa prioritaria e insostituibile, come la famiglia".

Quale è la condizione delle nostre piazze?

"In giro ci sono dei piccoli gruppetti che fanno eccessivo uso di alcol. Sono la "stra minoranza". Si esagera a lanciare allarmi. Intanto da giugno torneremo in piazza della Badia. E’ importante fare rete, come quella che abbiamo con la municipale, il Serd, le associazioni di categoria e i gestori dei locali. Penso alle due discoteche della città, Il Principe e il Class, impegnati a non far entrare i ragazzi ubriachi e a premiare con biglietti omaggio chi non può permetterselo, per evitare di tenerli fuori a vagabondare".

Il vostro è un impegno che portate avanti con il Comune.

"Sì, ringrazio infatti la vicesindaco Tanti e l’assessore Scapecchi da sempre molto sensibili al tema. Scapecchi ha chiesto il nostro intervento perché lui, vista la sua età, non molti anni fa è stato utente ed è stato al nostro stand, ha toccato con mano quello che si faceva".

Alcol, ma da sentinelle del territorio avete una percezione anche del mercato della droga? ll Fentanyl, il potente oppioide sintetico, 50 volte più potente dell’eroina, il cui abuso può avere conseguenze letali, è in città?

"Non ce ne sono ancora segni evidenti nelle nostre strade, ma il rischio è che prima o poi faccia la sua comparsa".