Mens Sana, revoca scudetti: le motivazioni della sentenza

Sono state pubblicate dalla Federazione Italiana Pallacanestro. Si tratta di titoli vinti (due scudetti, due coppe Italia, una Supercoppa italiana) nel periodo dal 2012 al 2013

Ress alza la Supercoppa 2013, l'ultimo trofeo vinto dalla Mens Sana

Ress alza la Supercoppa 2013, l'ultimo trofeo vinto dalla Mens Sana

Siena, 18 ottobre 2016 - Sono state pubblicate da parte della Federazione Italiana Pallacanestro le motivazioni della sentenza di revoca dei titoli vinti (due scudetti, due coppe Italia, una Supercoppa italiana) dalla Mens Sana nel periodo dal 2012 al 2013. “Il Tribunale - si legge nel documento - ritenuto evidente il disvalore sportivo dei fatti contestati, ha basato la propria decisione sulla valutazione delle responsabilità dei deferiti relativamente alle irregolarità dei bilanci degli esercizi dal 2006 fino al fallimento. Dall’esame della copiosa documentazione emerge come il Minucci, coadiuvato dalla Finetti e dalla Serpi, abbia gestito per anni la Mens Sana Basket commettendo numerosi reati di diversa natura, cagionando un danno patrimoniale di rilevante entità per la società, distraendo, dissipando e occultando beni facenti parte del patrimonio sociale. Tali condotte, oltre a determinare un profitto per sé e per terzi, inducevano in errore i soci della Mens Sana, i creditori della stessa, e per quanto qui interessa, la Federazione”.

Poi il passaggio che ha portato alla revoca dei cinque titoli: “La sistematica indicazione nei bilanci di elementi non rispondenti alla realtà, oltre a cagionare il dissesto della società stessa determinava, per quanto interessa in questa sede, la falsificazione e l’inesistenza dei requisiti necessari ed indispensabili per l’iscrizione ai campionati federali. Questa ricostruzione emerge anche dalla lettura del ricorso del Pubblico Ministero presso il Tribunale di Siena dell’8 aprile 2014”.

“Per quanto riguarda il ‘Fallimento Mens Sana Basket’, - si legge ancora nelle motivazioni -, per responsabilità oggettiva ai sensi dell’art.61, il Tribunale dopo l’esame dell’intera vicenda ritiene congrua la sanzione della revoca dei titoli indebitamente acquisti così come richiesto dalla Procura Federale”. Adesso tutte le parti coinvolte hanno quindici giorni di tempo per presentare ricorso presso la Corte d’appello federale. Potrà presentarsi anche la Polisportiva, non ammessa al dibattimento del 6 ottobre scorso perché “l’art. 11 R.G. stabilisce quale termine ultimo per intervenire nel giudizio il quinto giorno antecedente a quello fissato per l’udienza, quindi deve considerarsi tardivo sia rispetto alla data del 28 settembre sia a quella del 6 ottobre”.