Prato, 7 maggio 2017 - "Faremo ricorso alla Msp. Il Dream Team ha schierato un giocatore professionista del Prato, Benucci, sotto falso nome, violando qualsiasi norma del campionato". I Cipollini Imperiali (sì, tra gli amatori i nomi delle squadre sono spesso folkloristici) sono a dir poco infuriati e la dirigenza societaria preannuncia di voler andare fino in fondo alla questione, per cercare di ottenere la vittoria a tavolino sui Drimme Timme (le due squadre sono in lotta per le prime posizioni nella serie A di calcio a 7) con un ricorso.
Il fatto però, al di là del valore intrinseco, ma relativo, dei campionati Msp, assume importanza se si considera che Benucci è stato messo fuori rosa dall'Ac Prato per questa bravata, dopo aver comunque giocato tutta la partita col numero 10 e fianco a fianco col direttore sportivo Gianni Califano, che appunto figura tra i tesserati del Drimme Timme, facendosi passare per tale "Bicchi Samuele". Un fatto già grave di per sè, per un giocatore professionista e che getta comunque ombre di ridicolo sulla gestione interna del Prato e dei suoi tesserati, a maggior ragione se si considera che il tutto è avvenuto alla vigilia della partita più importante della stagione, quella col Piacenza, poi sospesa per impraticabilità del campo al 41' e rinviata a domenica 7.
Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, non ci sarebbe stato gran diverbio tra Califano e Benucci (cosa che invece aveva sostenuto il ds pratese, riferendo di aver più volte e con forza invitato il giocatore ad abbandonare la partita). Accortisi dell’irregolarità, inoltre, i Cipollini Imperiali avrebbero chiesto al direttore di gara di effettuare un nuovo riconoscimento, documenti alla mano, per Samuele Bicchi, alias Lorenzo Benucci. Il giocatore, a fine gara, però si è subito volatilizzato, facendo perdere ogni traccia. Precauzione che non lo ha salvato dalla sanzione disciplinare della società biancazzurra e che, evidentemente, non ha evitato al Drimme Timme di incassare il ricorso degli avversari. Se poi Benucci, con i suoi 21 anni, sia solo un capro espiatorio oppure l’unico vero responsabile di questa gaffe sarà il tempo a dirlo. Di sicuro, per il momento, è il solo a pagare.
Leonardo Montaleni