Omicidio di Ravenna: Cagnoni, perizia in carcere. Forse la moglie si è difesa

Un medico accerterà se ha lesioni e ferite sul corpo

Matteo Cagnoni e la moglie Giulia Ballestri

Matteo Cagnoni e la moglie Giulia Ballestri

Firenze, 23 settembre 2016 -  SI CERCANO i segni dell’aggressione. E non solo sul corpo della povera Giulia Ballestri. Questa mattina il pm Cristina D’Aniello conferirà un secondo incarico al medico legale Franco Tagliaro. E che riguarderà un accertamento da effettuare probabilmente in giornata a Firenze sull’indagato. Il consulente dovrà accertare la presenza di eventuali segni o ferite, addosso a Matteo Cagnoni, nell’ipotesi che esse possano essere riconducibili a un tentativo di difesa da parte della vittima. Prima che l’indagato si armasse col bastone poi recuperato intriso di sangue, c’è stata un’aggressione fisica a mani nude? La moglie si è difesa da lui? Eì’ una possibilità anche se vaga visto lo strazio che l’assassino ha fatto del corpo della povera donna. Ma gli esperti della scientifica hanno trovato alcune tracce di sangue, non molte in prossimità di alcuni dei quadri che hanno lavorato da ‘trappola’ per attirare la vittima. Quel poco sangue fa pensare che Giulia Ballestri non sia rimasta tramortita e quindi possa aver avuto la possibilità di tentare una difesa dai colpi successivi. L’accertamento potrà dare risposte in tal senso.

Sarà inoltre compito della Procura verificare l’attendibilità della ricostruzione fatta in sede di interrogatorio da parte del dermatologo. L’uomo sarebbe stato contattato nella tarda serata di domenica dalla questura di Ravenna. Lui avrebbe inteso il senso della chiamata come un invito a integrare la denuncia di scomparsa della moglie presentata quel pomeriggio dal senso di lei. Dopo aver contattato il suo legale, si sarebbe rifiutato di tornare a Ravenna in piena notte spiegando che sarebbe andato all’indomani in questura a Firenze.

E poco dopo avrebbe saputo, forse dal fratello di lui, oppure da un’altra persona, che la moglie era morta, decidendo comunque di restare i a Firenze per poi inscenare il tentativo di fuga all’arrivo della polizia. Tentativo ripreso dalle telecamere di sorveglianza che lo hanno immortalato mentre saltava da una finestra dell’abitazione fiorentina. Questo prima di scappare lungo il Mugnone dopo una prima colluttazione con gli agenti della questura di Firenze, in via Faentina. La Procura potrà accertare attraverso l’analisi dei tabulati telefonici se l’alibi del medico abbia o meno basi solide.