"La vita è bella", qui il clou nazionale dei 20 anni? Contatti con Benigni e Piovani FOTO

La Balilla arriva col carro attrezzi e poi ingrana la prima. Tutti premiati, poi la proiezione del film davanti ad un muro di oltre mille persone: sedie esaurite, centinaia di persone in terra o in piedi

La festa per La vita è bella

La festa per La vita è bella

Arezzo, 10 luglio 2017 - Si sono presentati oltre mille spettatori al ventennale de "La vita è bella", il film girato qui e vincitore di tre Oscar. Una piccola parte a sedere, tutti gli altri stesi sull'erba che ricopre il mattonato o semplicemente in piedi. Oltre mille persone, più quelle che davanti al tutto esaurito hanno preferito ringambare, dopo tanti tentativi in cerchio di ritagliarsi l'angolino giusto o la sedia miracolosamente vuota. Piena la scalinata di Fraternita, piena la balaustra che fa da perimetro al palazzo, piene le Logge: e pieni i tavolini perfino dei locali dai quali il massimo della visione era di profilo, stile egiziani.Un antipasto gustoso all'anniversario vero, quello del 18 dicembre, quando potrebbe arrivare lo stesso Benigni, al quale l'assessore Comanducci ha fatto l'invito per telefono.

Benigni a questo punto è il protagonista e insieme l’obiettivo dell’anno. «Puntiamo a festeggiare ad Arezzo il ventennale nazionale del film» conferma l’assessore Marcello Comanducci, affiancato dal sindaco Ghinelli. Qui c’era stata l’anteprima e qui facciamo i vent’anni dopo? Un sogno che già ha qualche numero dalla sua. Il telefono di Benigni, con il primo invito fatto all’attore quando ha chiamato per spiegare perché l’altra sera non ci sarebbe stato, e quello di Nicola Piovani. La coppia sarebbe già come avere le chiavi dell’evento, chissà se lanciate da Maria, come nella gag ripetuta l’altra sera in piazza. Le due conferme porterebbero qui il cast al completo e forse il ritorno delle comparse, uscite da protagoniste sotto i riflettori di piazza Grande. 

Mille persone e sessanta comparse. Arrivate perfino dalla Calabria e dalla Puglia, ognuna con la sua dote di foto d'epoca, un po' quelle ch ein questi giorni La Nazione ha offerto ai suoi lettorti e un po' sempre nuove: perché nel passaparola le foto spuntano dai cassetti, dal canterano, forse perfino da sotto il letto.

La Balilla guidata da Pasquale Narducci è arrivata fino a piaggia San Martino in sella al carro attrezzi, quindi ha percorso da par suo gli ultimi metri, fari accesi, un buono sprint e perfino una "elle" disegnata idealmente sul mattonato.

A bordo il proprietario Pasquale Narducci, uno che di mezzi d'epoca se ne intnde, e le controfigure dei protagonisti: Rossella Amatucci e Domenico Chianese. Lui più emozionato di lei, seguito dall'altra controfigura, Sergio Fiorini, quello che lo sostituiva nelle scene in bicicletta e che quindi si è beccato anche i cerotti e gli sbucci del film.

"Quando giravamo non ci rendevamo conto di cosa stessimo facendo: in parte lo capisco stasera" sussurra Rossella. Parecchi in abito lungo, come per le serate di gala che si preparano con attenzione anche davanti allo specchio, altri più sportivi. "Mi fa venire i brividi essere qui stasera". Sono tutti lì, intorno a maxischermo dove campeggia la foto di Dora e Guido in bicicletta.

Un premio consegnato dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e dall'assessore alla cultura Marcello Comanducci, un ricordo, alcune immagini inedite sempre della scena alla Badia, i ragazzi delle elementari oggi giovani fatti. "Io nel film non compaio mai" scherza Domenico Chianese, la controfigura di Benigni, le stesse gambe alla Tiramolla di Benigni, lo stesso fisico asciutto, perfino snodato come l'attore.

Di attori ce n'è uno, Amerigo Fontani, il più sfigato del film: quello che si prende prima un vaso in fronte, poi le uova schiacciate nel cappello, infine l'uovo di struzzo. E in più da ex fidanzato di Dora fa la classica parte del cornuto. 

Poi iniziano le riprese, parte la musica entrata sotto la pelle della gente, il "sorriso senza capire perché": la gente si concentra, chi in piedi e chi a sedere, come se lo vedesse la prima volta. L'applauso scatta quando nei fotogrammi appare piazza Grande: la piazza che applaude se stessa, come a scavalcare i 20 anni dal film, come a ritrovare quell'Arezzo che non c'è.