Maria Elena "tradita" dal paese di Pupo: è a Ponticino che vincono i no

Laterina il giorno dopo il voltafaccia alla sua beniamina. Sindaco affranta: "Mi sento responsabile". Uno strappo a sinistra

Il ministro Maria Elena Boschi al voto (Ansa)

Il ministro Maria Elena Boschi al voto (Ansa)

Arezzo, 6 dicembre 2016 - Eccola Laterina il giorno dopo il «Gran Rifiuto». Quel «no» al referendum che ha scaraventato ancora una volta il comune, terra natia del ministro Maria Elena Boschi, alla ribalta nazionale. Un’insufficienza di stretta misura che, tuttavia, spiega il sindaco Catia Donnini, «in questo contesto pesa come un macigno».

Perchè qui la «madrina» delle riforme è cresciuta, qui tutti la conoscono fin da bambina, da qui ha iniziato una carriera folgorante che in breve l’ha vista diventare il braccio destro di Renzi. Quel misero distacco di soli 23 voti, allora, appare come una presa di distanza inopinata in un paesino che si è sempre stretto intorno a lei e ai suoi familiari. Anche nei momenti più difficili, giusto un anno fa il crac di Banca Etruria con il papà Pierluigi nell’occhio del ciclone.

E così domenica dalle urne laterinesi, unico vulnus valdarnese, è spuntato il voto che non ti aspetti: «A Ponticino (il paese di Pupo Ndr) abbiamo perso in entrambe le sezioni – prosegue la prima cittadina – mentre nel capoluogo il Si ha prevalso per due sole schede. Ma, certo, ora importa poco. Conta, invece, una sconfitta di cui mi sento in parte responsabile».

Uno smacco tutto interno al popolo della Sinistra, sia chiaro, che nel paese ha solide radici: «Una componente storica, insieme a Rifondazione Comunista, che è significativa e sensibile, ma stavolta il saldo è stato negativo». Quindi non una bocciatura al governo cittadino,e neppure alla Boschi, ma a Renzi e al suo rosso annacquato.

«Da queste parti il rosè non piace», esclama Giorgio Cerbai, il presidente del Circolo «Bella Ciao», accanto al municipio. Giovane consigliere comunale con tessera Dem «che sta meditando di non confermare», ha votato no per un semplice motivo: «Non si può snaturare oltre il partito».

Non c’è molta gente nelle viuzze della cittadella medievale che sovrasta la «Casa Rosada» della piana dove risiedono i Boschi. L’ultima lettura della débacle è di un anziano, che si professa fedele a Matteo Renzi: «Tutta colpa dell’invidia, che è come una serpe in una piccola realtà come la nostra».

di Maria Rosa Di Terrmine