Arezzo ottiene il distretto sanitario e la Chiassai lo chiede per il Valdarno

Il sindaco di Montevarchi torna alla carica per l'unificazione della vallata a livello sanitario. "E' l'unico modo per evitare il rischio depauperamento del Santa Maria alla Gruccia".

Silvia Chiassai Martini

Silvia Chiassai Martini

Arezzo, 11 dicembre 2017 - Tuona il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini e lo fa per un suo cavallo di battaglia, la sanità. O meglio la creazione del distretto sanitario unico del Valdarno unico modo, secondo la Chiassai, per non rischiare il depauperamento del Santa Maria alla Gruccia. Tutto è nato dopo la notizia che Arezzo ha ottenuto il distretto socio-sanitario autonomo rispetto all’accorpamento con il Casentino e la Valttiberina. Notizia accolta con un misto di soddisfazione e amarezza dal sindaco di Montevarchi. Soddisfazione per la battaglia vinta dal capoluogo e per le istanze accolte dall’assessore regionale Saccardi; amarezza per il trattamento riservato invece al Valdarno dove, per la Chiassai, l’assenza di un distretto sanitario unico tra l’aretino e il fiorentino, oltre a rappresentare ancora un pericolo per la salvaguardia degli ospedali e dei servizi, ne attesta l’indebolimento voluto e perpetuato a tavolino.

“E’ chiaro che sia mancata la volontà politica, soprattutto della Regione, di agire in quella direzione, confermando di fatto lo scarso peso politico della vallata – ha aggiunto il sindaco -. Le richieste, presentate dai sindaci del comprensorio per il superamento del confine tra due distretti sociosanitari collocati in Asl differenti, non sono state recepite, impedendo il raggiungimento di un bacino di utenza di oltre 150.000 abitanti per ottenere al nostro Ospedale della Gruccia la classificazione di presidio di I° livello, necessaria in termini di legge onde evitare il rischio di eventuali declassamenti”.

Per la Chiassai è ormai acclarato che gli interessi dei cittadini valgano per taluni territori e non valgano per altri, in un contesto complicato di riorganizzazione sanitaria in cui le zone periferiche sono rimaste le più penalizzate da scelte prese, spesso, nelle stanze chiuse dei palazzi regionali. Il Comune di Arezzo, per il sindaco di Montevarchi, ha dimostrato che, con tenacia e determinazione, si possono correggere pasticci dettati probabilmente da logiche aziendalistiche o politiche lontane anni luce dai bisogni della gente. “Ho accettato il ruolo di vicepresidente della conferenza dei sindaci del Valdarno anche per vigilare attentamente sull’operato della Regione e della ASL, sempre con l’obiettivo principale della tutela del diritto alla salute del cittadino – ha proseguito – . Purtroppo sono stata una cassandra nel valutare l’appiattimento e l’inadeguatezza di certe posizioni assunte dal Valdarno in materia di sanità, trovandomi spesso ad essere l’unica voce fuori dal coro nei confronti di politiche regionali sbagliate a scapito del territorio.

L’azione del Comune di Arezzo – ha concluso la Chiassai Martini – ha portato la Regione a compiere un passo indietro rispetto al passato. Porterò nuovamente la questione sul tavolo della Conferenza dei sindaci del Valdarno augurandomi che ci sia condivisione per una mobilitazione unitaria per ottenere una deroga alla classificazione dell’Ospedale di Santa Maria alla Gruccia come presidio di I° livello, coinvolgendo direttamente la Regione”.