La rovesciata di Giaccherinho: tre squilli di guerra e pagelle da "secchione"

Il campioncino di Talla parte come una scheggia e mette il piede in tutte le azioni decisive: atterrato prima del gol, lo sciacquo sotto rete, il dribbling con tiro da attaccante. Lince, Giack Attack, anti radar:gli inviati si sbizzarriscono

Chiellini esulta rincorso da Giaccherini ed Eder (Afp)

Chiellini esulta rincorso da Giaccherini ed Eder (Afp)

Arezzo, 28 giugno 2016 - Mette il piede, anzi il piedino, in tutte le azioni che contano. Ciuffo più vezzoso del solito, canta l'inno a squarciagola e costringe la telecamera ad abbassarsi un po' per carrellare e prenderlo in faccia nel pieno di Fratelli d'Italia.

Emanuele Giaccherini da Talla ha gli occhi addosso di tutta Arezzo ma soprattutto del suo paese, che lo segue dalle montagne del Casentino, anche se l'ora non è di quelle che consentano di organizzare una festa in piazza come nell'esordio contro il Belgio.

Poi ingrana la prima e non lo vedi più. Nel primo tempo firma tutto.

All'11 tenta una rovesciata volante dall'area piccola: l'arbitro si inventa un gioco pericoloso che nion esiste, neanche avesse delle leve da pivot invece che da play maker, ma è uno di quei colpi che da solo farebbe venire giù lo stadio.

Al 33' è lui il primo ad avventarsi sul pallone che sta per consegnarci il gol vantaggio: il portiere ribatte, lui è lì, steso da dietro come una preda di caccia, ma con il piede (anzi il piedino) lo  sfiora quel tanto che basta a mandarlo sotto il naso da condor di Chiellini. Se non era gol sarebbe stato rigore, con Emanuele da Talla a provocarlo.

Al 45' allarga sulla sinistra, la zona dove staziona quasi a tempo pieno: si muovelungo l'area, semina un paiodi avversari e fa partire un tiro a giro di quelli che sembrano spinti dal vento del Casentino verso l'angolo della porta. E ci finirebbe se il portiere non ci mettesse la mano e il guanto.

Tre squilli di guerra, seguiti nella ripresa, sia pur in calando perché madre natura gli ha dato tutto meno il fisico di Apollo, da una raffica di azioni tutte nel vivo della partita. La favola di Emanuele da Talla continua e i giornali si guardano bene da strapparla. I voti da "secchione" si incrociano ai soprannomi che si muovono liberamente lungo la linea della leggenda calcistica

Il nostro Leo Turrini dalle pagine nazionali lo premia tra i migliori in assoluto della partita. "Trottolino amoroso e du du da da. Partenza impressionante, esce dai box che sembra la Mercedes. Crea, inventa, fa una geniale confusione. Alla lunga non ne ha più, ma è l’anima dell’Italia di Conte".

Il Corrierone gli segna un registro un 8 da primo della classe. " «Giak attack» fa ammattire gli spagnoli, che se lo ritrovano sempre a ridosso della difesa. Se a questo si aggiungono lo scavetto-assist per il gol di Chiellini e il tiro a giro parato alla grande da De Gea e si condisce con pressing e generosità, anche in copertura, si ottiene la partita quasi perfetta"

Il Fatto Quotidiano è più tirato ma non nel giudizio, quasi aulico. "Piccolo com’è, sfugge continuamente ai radar di giganti tipo Piqué o Busquets; e come col Belgio, va vicino a segnare due gol: al 10’ in rovesciata (palo, ma l’arbitro gli fischia un discutibile gioco pericoloso) e al 45’, di destro, con De Gea a metterci la mano. Meglio lui di Silva: ed è tutto dire". Voto 7+, il voto che rientra perfettamente nella scuola di Cochi e Renato.

Il Giornale, a conferma che intorno a Giaccherinho sinistra e destra concordano, lo riporta ad un più equilibrato 7,5. "Ispirato anche con l’assist, involontario, a Chiellini. Poi De Gea con lui è super due volte. Si fa 13 km, nessuno corre come lui all’Europeo".

Tredici chilometri, chissà come avranno fatto a contarli senza stancarsi. La Stampa concorda con il 7,5. "Non lo vedono (e prendono) mai. Il motivo? Si muove fra le  linee come una lince: i centrocampisti spagnoli se lo vedono passare alle spalle, i difensori sbucare in area  con una semplicità disarmante".

Infine LIbero. "Non permette mai agli spagnoli di giocare semplice e riesce anche ad essere pericoloso in fase offensiva. Corre fino al novantesimo". Quasi tutti gli inviati sembrano abbagliati dal suo moto perpetuo, che ne contino o no i chilometri fatti in corsa. 

"Sbaglia un pallone e Conte lo vuole quasi uccidere. Poi lo perdona": è il Messaggero a notare il fil rouge che unisce, nel bene e nel male, il tecnico dal suo motorino diesel. A lui lascia negli spogliatoi la sintesi del match, sul filo di quello che ha già dichiarato alle dirette Tv. 

"E' una grande emozione ma subito dopo non te la godi dopo perché c'è ancora la tensione della partita. Abbiamo preparato la partita nei minimi dettagli ed il mister è stato bravo a dirci cosa fare e legittimato la vittoria con tante occasioni. Sono contento della prestazione, ho detto alla squadra che non bastava la tattica ma anche tanto cuore. La Spagna l'abbiamo sofferta solo nel finale perché ci siamo abbassati, ma alla fine l'abbiamo meritata".

C'è la solita parola mister di troppo ma tant'è, nessuno è perfetto.